― pubblicità ―

Dall'archivio:

++Cassinetta e scuole chiuse: Finiguerra spiega le sue ragioni

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 
CASSINETTA  La scelta del piccolo Comune di Cassinetta di sospendere la riapertura delle scuole almeno per una settimana (fino a venerdì 14) ha suscitato ieri una grande mole di commenti. Inevitabili. Ieri sera analoga decisione è stata assunta da Albairate.
Ecco perciò che a 24 ore dall’ordinanza del neo sindaco eletto a ottobre (dopo la parentesi 2002-2012) Finiguerra affida a Facebook le sue riflessioni su un tema indubbiamente delicato, specie dopo le polemiche di queste ore (dalla Campania al resto d’Italia).

Ecco il documento in versione integrale.

PERCHE’ HO DECISO DI NON RIAPRIRE LE SCUOLE
Ho emesso ordinanza di chiusura delle scuole di Cassinetta di Lugagnano, assumendomi la responsabilità, da sindaco, di una decisione presa in qualità di autorità sanitaria locale, valutata la reale incidenza dei contagi in paese nonché confrontandomi con la dirigenza scolastica: autorità che ha diretta contezza delle criticità legate alla riapertura nonché dell’andamento epidemiologico all’interno della scuola. Ricordo che sono oltre 2000 i Presidi che stanno chiedendo il differimento dell’apertura in presenza delle scuole, soprattutto in Lombardia.
Non è una decisione che ho preso a cuor leggero conscio delle difficoltà che possono nascere all’interno delle famiglie nella gestione dei figli ma l’ho fatto con estremo pragmatismo, scevro dalla retorica del: “SI DEVE RIAPRIRE LA SCUOLA IN PRESENZA SENZA SE E SENZA MA”.
Il mantra della scuola ”è un ambiente sicuro” lo lascio a chi probabilmente in una scuola non ci mette i piedi da un po’. Dire cha a scuola è possibile rispettare il distanziamento, l’uso delle mascherine e la corretta areazione (in pieno inverno…) è semplice propaganda.
Propaganda che scarica sulla scuola e sulle famiglie l’onere di gestire quarantene che scattano alla presenza di un positivo per l’infanzia e due per la primaria (fatto più certo che probabile considerato che ci insegnano che la Omicron ha la stessa o addirittura maggiore contagiosità del morbillo); quarantene che metterebbero ancor più in difficoltà le famiglie che, a quel punto, non potrebbero neppure affidare il minore ai nonni o a soggetti terzi.
Compito dell’autorità sanitaria locale è mettere in campo tutte le strategie volte a contenere il diffondersi del virus a tutela della salute pubblica. In questo momento ATS è in grave affanno nel garantire il tracciamento, molti servizi pubblici essenziali si trovano con personale decimato (ospedali, trasporti, banche…); far finta che siamo nella normalità per non assumersi la responsabilità di chiusure scomode e impopolari e lasciare che un vero e proprio lockdown incontrollato avvenga in modo naturale per il gran numero di persone malate, non è governare l’emergenza ma farsi travolgere da una emergenza che rischia di diventare ingestibile con gravi ripercussioni anche dal punto di vista economico e sociale.
Comprendo lo scoramento ed il disappunto di tutti, non solo come amministratore ma anche da cittadino e genitore. E’ il terzo anno scolastico consecutivo strappato ai nostri figli tra DAD, presenze parziali, entrate scaglionate, incertezza e discontinuità. I nostri figli, gli unici a non avere colpe, sono invece coloro che stanno pagando il prezzo più alto dell’inadeguatezza della politica. Nessun investimento è stato fatto sull’edilizia scolastica, esistono sistemi di areazione forzata che potrebbero rendere gli ambienti sani ma che non sono stati adottati, in molte realtà le classi continuano ad essere classi-pollaio, i mezzi di trasporto per raggiungere gli istituti scolastici sono insufficienti tanto da essere sovraffollati o da saltare le fermate per raggiunti limiti di capienza. Questa è la realtà con cui purtroppo ci dobbiamo misurare.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi