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Casorezzo, il sindaco Oldani e il delicato dibattito sul fine vita

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CASOREZZO  – Da persona sensibile, da uomo delle istituzioni, da cittadino desideroso di dare il proprio contributo concreto a un dibattito su una questione spinosa e di estrema attualità.

Pierluca Oldani, sindaco di Casorezzo, sul discorso del “fine vita” che è ritornato alla ribalta in questi giorni, ha ordinato le idee e si è rivolto ad alcuni esponenti di varie forze partitiche perché provino a farle confluire in una legge. Ma, dice sconsolato, “finora non ho avuto riscontri”.  La sua considerazione parte dalle situazioni “nelle quali una persona non è più in grado di comunicare le decisioni che la riguardano e si pone il dubbio se interrompere o meno le funzioni vitqali garantite artificialmente, ma potrebbe, se estesa, essere utilizzata per altri casi”. Oldani mette poi l’accento “sul presupposto della libertà di scelta personale, intesa come libertà di ogni persona di decidere per la propria vita e di ogni persona di decidere di non voler interrompere una vita seppur flebile”. Due scelte che possono contastare e che, a suo avviso, sono affrontabili con alcune soluzioni tecniche. E qui il primo cittadino di Casorezzo che, al pari di molti altri italiani, vorrebbe vedere il tema portato finalmente in modo serio e concreto all’attenzione degli organismi istituzionali portanti del sistema paese, arriva al merito delle proposte: “nella Cns (Carta nazionale dei servizi) – spiega – è inserito un microchip, sarebbe sufficiente che all’interno si ricavasse un piccolissimo spazio di memoria nel quale ognuno di noi  potesse attivare o meno una flag, personalmente o attraverso il medico di fiducia e modificabile in ogni momento, un’operazione attuabile attraverso un comune lettore di carte”. Per Oldani, così facendo, “ogni persona avrebbe la possibilità di esprimere la propria volontà riguardo alla decisione da assumere nella malaugurata ipotesi  che si venisse a trovare nell’impossibilità di comunicarla personalmente o di agire personalmente”. Se la flag fosse positiva, “si interromperebbe qualsiasi trattamento che tiene in vita”, se negativa, “si continua”.  E questo, aggiunge, “solleverebbe altre persone dalla responsabilità di interrompere una vita , quindi sarebbe superato il problema dei medici obiettori di coscienza, e infatti, qualora una persona si trovasse in condizione di dipendere da tutto e per tutto dalle macchine, sarebbe sufficiente inserire la Cns nel computer che quelle macchine controlla e questi andrebbe a leggere il valore   della flag e in automatico”. E così “i meccanismi atti a interrompere i trattamenti o a continuarli sarebbero sotto l’unica responsabilità della persona stessa”.  E seppur Oldani prenda atto del fatto che “purtroppo non esistono leggi capaci di contemplare tutti i casi”, l’adozione di questa soluzione rappresenterebbe, fa intendere, un notevole passo avanti.

Cristiano Comelli

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