― pubblicità ―

Dall'archivio:

Caso Palmieri: e alla fine parlò anche il Sindaco Calati…..

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

MAGENTA – E alla fine sulla vicenda che tiene banco questi giorni a Magenta e nel territorio anche il sindaco Chiara Calati ha deciso di dire la sua. Il suo commento alla ‘querelle’ tra l’esponente del PD Marzia Bastianello e il rappresentante leghista Franco Palmieri che l’ha apostrofata in modo provocatorio e volgare, era certamente il più atteso. Non solo perché trattasi del primo cittadino, ma ancor di più perché donna. 

E’ arrivato in questi istanti,  dopo quello di molti altri amministratori locali e non. Ma alla fine è arrivato…..Il primo cittadino nella riflessione che proponiamo qui sotto non ha però mai nominato espressamente  Palmieri.

Eppure, sarebbe bastato poco. Ha voluto rimanere sul generico. Con considerazioni  largamente condivisibili, alcune molto interessanti perché vanno oltre Il politicamente corretto,   ma che non sembrano tener conto del fatto che la vicenda ha visto come vittima un soggetto che è anche Consigliere comunale – quindi un esponente delle nostre istituzioni – ma che soprattutto si trova (e lo scriviamo senza credere di ledere la privacy di nessuno) ormai da qualche mese in stato interessante e, quindi, in una condizione di fragilità psicologica maggiore.

Forse, da chi in campagna elettorale ha  sventolato come slogan un’idea chiara per Magenta, sarebbe stato lecito  attendersi qualcosa diverso, magari anche più semplice ma più diretto. Ma questa naturalmente è solo la nostra opinione. 

F.V.

 

<<Donne, sessismo e linguaggio. Come ho più volte avuto modo di dire, a mio avviso in Italia siamo indietro anni luce rispetto alla considerazione nei confronti delle donne. Gli attacchi sessisti si sprecano e risultano tanto più violenti quanto più una donna è bella e intelligente. Personalmente, anche e non solo per le mie forme, ho perso il conto dei commenti, delle battute e degli attacchi sessisti, ora e anche prima di essere Sindaco. Non mi metterò nemmeno a contare quelli futuri. Con questo credo che noi donne sappiamo perfettamente da sole come reagire e siamo in grado di valutare se e come procedere con azioni legali. Mi disturba un certo pensiero per cui la donna, povero essere fragile, abbia sempre bisogno di qualcuno che la difenda.

Mi disturba anche la finta ipocrisia della solidarietà femminile. Noi donne sappiamo benissimo che le peggiori nemiche delle donne sono le donne stesse, come sappiamo altrettanto coalizzarci e vivere amicizie profonde e sincere tra noi. Infine noto sempre più spesso che chi parla di donne sono gli uomini e non le donne stesse, che fino a prova del contrario sono quelle più titolate a farlo. Da Sindaco dico che il linguaggio violento non mi appartiene, ma purtroppo leggo molte espressioni violente o irrispettose, tra politici e tra cittadini, a tutti i livelli relativamente ai più svariati temi. Ognuno è responsabile delle proprie azioni e del linguaggio che usa. Condivido totalmente una riflessione fatta dal professor Marco Vitale in occasione di un congresso a cui ho avuto il piacere di invitarlo qualche anno fa, dove disse che in questo Paese non c’è niente di cui aver bisogno più che della pulizia. In particolar modo della pulizia del linguaggio. A questo faccio appello e spero che tutti possano vivere una vita più vera e meno social>>.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi