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Caso Furci, il Gip Anna Magelli: “Arresto del Comandante di PL necessario, ha dimostrato una professionalità criminale”

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MILANO – Le manette per Salvatore Furci, il comandante della polizia locale di Trezzano sul Naviglio, in provincia di Milano, sono necessarie avendo “manifestato un’allarmante pericolosità sociale, tenuto conto della disinvoltura con la quale lo stesso ha utilizzato la propria qualifica di pubblico ufficiale”.

La Comandante della PL di Corbetta Laura Vismara, vittima del “piano criminoso” messo in opera da Salvatore Furci

E quanto scrive il GIP di Milano Anna Magelli nell’ordinanza di arresto per l’uomo accusato di aver messo della droga nell’auto di una collega, ‘colpevole’ di avergli sottratto l’incarico. Insieme a un complice di origine albanese, anche lui finito in manette, avrebbe realizzato un “piano criminoso” complesso dimostrando, visto anche il suo legame con una giornalista, la capacità di “intessere campagne diffamatorie”. Il pericolo di reiterazione del reato è dunque “concreto ed attuale”, e il carcere è l’unica misura possibile “attesa la professionalità criminale dimostrata da entrambi gli indagati, che ne denotano la verosimile abilità ad eludere anche i più serrati controlli”, scrive il giudice nell’ordinanza.

SALVATORE FURCI

L’inchiesta inizia con il ritrovamento nell’auto di un’appartenente alla polizia locale di Corbetta (Milano) di 12 palline di cocaina, poco più di tre grammi, la notte tra il 3 e il 4 gennaio 2020. Un ritrovamento a seguito di una segnalazione che desta sospetto e che porta alla luce vecchi dissapori tra Fulcri e la donna, ‘colpevole’ a dire dell’uomo del suo trasferimento.

Le intercettazioni avrebbero permesso di stabilire che il numero da cui parte la segnalazione della vendita di droga sarebbe riconducibile a Furci e utilizzato dal complice che ha chiamato il 112 facendo scattare il controllo sull’auto. Le accuse per tutti e due sono di calunnia aggravata e detenzione di stupefacenti. Nell’ordinanza emerge come l’arrestato “nel corso delle intercettazioni ha dimostrato quasi una sorta di ossessione nei confronti della vittima” e “le intercettazioni tecniche hanno consentito di accertare le frequentazioni dell’indagato con il cittadino di origine albanese”.

Nel corso delle indagini emergono anche “inquietanti tentativi da parte del Furci di avvicinare alcuni suoi colleghi della Polizia locale in servizio presso la Procura della Repubblica di Milano”.
Nero su bianco anche la colpa della vittima: “il suo diniego allorquando Furci le aveva chiesto di poter fruire di qualche giorno prima del licenziamento , per poter reperire un’altra occupazione ed evitare una brutta figura davanti ai suoi figli”.

Gli elementi raccolti mettono in mostra una sorta di “vendetta” che sarebbe stata orchestrata dall’ex comandante della polizia locale, con l’aiuto del complice che ha prima segnalato la presenza di droga nell’auto della vittima e poi ha proceduto a metterla.

 

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