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Dall'archivio:

Carnevale al Lirico con i ‘noster’ attori del CPT (Centro Prospettive Teatrali)

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MAGENTA – Divertirsi e divertire. E viceversa. E’ ciò che spinge quanti del CPT (mezzo secolo abbondante di vita) hanno calcato le scene e quanti continuano a farlo mettendosi in gioco con generosità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo un intervallo di alcuni  anni, le luci della ribalta del Lirico si sono riaccese sui ‘noster’ attori con la proposta, nel fine settimana del Carnevale ambrosiano, della pièce  “Oh… che guèra”, testo liberamente tratto da “Il Piave mormorò…” di Massimiliano Paganini. Il  tutto, o quasi, rigorosamente in dialetto “per tenere viva la lingua delle radici”, sottolinea Pietro Pierrettori. Ma veniamo alla vicenda che si  svolge nella casa del dottor Augusto Manzoni (Roberto Tosetti), ‘abitata’ –  oltre che da lui, dalla moglie Giulia (Silvia Portaluppi) e dalla figlia Clara (Valeria Terzoli) –  da un andirivieni di spassosi personaggi,  accompagnato dal continuo aprirsi e chiudersi dell’uscio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La commedia è corale. La casa è il paese. Tra  le pareti domestiche si alternano le lacrime dell’inconsolabile vedovo, l’avvocato Felice Vita (Pietro Pierrettori), gli acidi pettegolezzi della zitella Rosetta (Angela Cordani), l’agire confuso della svanita quanto premurosa vicina Giustina (Adriana Morini),  la follia del vecchio militare (lui presso il dutur, però, ci dorme!) che si crede Gabriele d’Annunzio (Primo Bodini), i patemi amorosi della giovane  Clara, l’arguzia della sciura Giulia, l’impaccio del giovane ufficiale (Andrea  Antonini) e i riti, insieme gli sputi, dell’esperto in fenomeni paranormali  Anselmo Sensi ( Davide Cattaneo). E poi c’è lei,  la defunta Allegra Ladava, assente per causa di forza maggiore, nondimeno presentissima nei discorsi di tutti e, alla fine, pure con un ritratto. Lei, ‘una santa’ per l’inconsapevole Felice cornuto. Lei, Allegra – di nome e di fatto – alle cui esequie piangeva al maschile l’intero paese: dal macellaio al fruttivendolo, dal calzolaio al sacrestano. Lo spettacolo – Davide Cattaneo ne è il regista –  è uno scorrere vivace di siparietti, di botta e risposta esilaranti, rafforzati dall’uso del dialetto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il folto pubblico ride e applaude a scena aperta i propri  beniamini. Tuttavia, non sfugga che, fra tanta comicità,  una nota dolorosa, seppure suonata con levitas, giunge dal palco.  A fare da ‘quinta’ alle piccole vicende locali  sono  gli anni della Grande Guerra, ‘l’inutile strage’  (Antonini e Bodini vestono il grigioverde), della chiamata alle armi dei ragazzi del ’ 99, del Cadorna, di Caporetto: il Piave e Vittorio Veneto non ne cancellano la tragedia.  “Con questa recita, dedicata all’indimenticabile carissimo amico e maestro Pietro Antonini,  fondatore del Cpt insieme ad Emiliano Barenghi –  dà conto Pierrettori – vogliamo onorare nel contempo l’importante anniversario del ‘15 –‘ 18, alla cui memoria  Pro Loco e Università del Magentino (con il Cpt organizzatrici delle due serate, patrocinate dal Comune ndr) si sono impegnate già con altri eventi”.

Franca Galeazzi

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