Sant’Antonio, ricorrenza che affonda le radici nella tradizione millenaria della storia agricola della Lombardia e dell’est Ticino, sarà celebrato questa sera con l’accensione dei falò. Come sempre più spesso accade, in prossimità della data di oggi si è scatenato l’ambientalismo più radicale, che vede nella legna data alle fiamme una minaccia alla qualità dell’aria. Siccome non siamo eco gonzi e studiamo con attenzione le statistiche, abbiamo detto e ripetuto più volte che la qualità dell’aria- a Milano e in Lombardia- è decisamente migliorata, e migliora sensibilmente, da almeno 40 anni.
Quindi, mentre proponiamo a tutti gli ambientalisti di leggere la poesia che Pier Paolo Pasolini dedicò alla Tradizione, riaffermiamo che il senso di Comunità, la condivisione di un’abitudine millenaria, la scelta di uscire dalle case in una sera gelida per stare insieme agli altri, al fuoco scoppiettante che rimanda all’ethos contadino (da cui tutti proveniamo), conta più di ogni cosa. Anche degli sforamenti del Pm 10.
Quanto a voi, amici ambientalisti, fatevi un bicchiere fumante di vin brulè insieme a noi: state sereni, non inquina. Corrobora lo spirito, l’anima e il corpo.
Da Abbiategrasso a Magenta, da Robecco a Inveruno, da Corbetta a Castano Primo, buon falò a tutti!
Io sono una forza del Passato.
Solo nella tradizione è il mio amore.
Vengo dai ruderi, dalle chiese,
dalle pale d’altare, dai borghi
abbandonati sugli Appennini o le Prealpi,
dove sono vissuti i fratelli.
Giro per la Tuscolana come un pazzo,
per l’Appia come un cane senza padrone.
O guardo i crepuscoli, le mattine
su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo,
come i primi atti della Dopostoria,
cui io assisto, per privilegio d’anagrafe,
dall’orlo estremo di qualche età
sepolta. Mostruoso è chi è nato
dalle viscere di una donna morta.
E io, feto adulto, mi aggiro
più moderno di ogni moderno
a cercare fratelli che non sono più
(da Poesia in forma di rosa)