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Carcere di Bollate: “Inclusione senza confini”

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BOLLATE – Si è svolto ieri il Convegno “Inclusione senza confini. L’esperienza del Centro per le
Famiglie Biobab nella Seconda Casa di Reclusione di Bollate” durante il quale è stato ripercorso il cammino
del Biobab, un servizio innovativo ed unico nel suo genere che ha permesso di aprire le porte dell’asilo nido
aziendale, pensato per i figli degli operatori dell’Istituto Penitenziario, prima alle famiglie del territorio e,
successivamente, ai bambini delle mamme detenute.
Nella mattinata, inoltre, sono stati riportati i primi esiti di questo esperimento socio-pedagogico che è stato
realizzato grazie alla collaborazione tra gli organi Dirigenti della Casa di Reclusione, il PRAP, la Cooperativa
Stripes e tutti gli enti del terzo settore che hanno collaborato e partecipato alle attività del Biobab. Come ha ricordato, infatti, la Dott.ssa Cosima Buccoliero, Direttore Aggiunto della II Casa di Reclusione di Bollate, “si è puntato moltissimo sul coinvolgimento della rete esterne proprio nell’idea, nell’ottica, che era necessaria questa contaminazione; ed è proprio questa contaminazione che permette di abbattere i pregiudizi”.
Ed è stata proprio questa contaminazione a dare un’identità precisa al Biobab che oggi, grazie alla sua storia,
alla sua impronta bio e alle sue attività green a contatto con la natura è diventato un luogo riconoscibile con un
suo linguaggio specifico. Come racconta, infatti, la Dott.ssa Dafne Guida, Direttore Generale della Cooperativa Stripes che gestisce il servizio, “per riuscire a realizzare un progetto di inclusione così ambizioso è stato necessario riuscire a contaminare i propri linguaggi costruendo un linguaggio diverso, insieme”.
Al Convegno – oltre agli operatori del terzo settore che vivono quotidianamente la realtà, alle associazioni e alle
famiglie che già conoscevano il Biobab – hanno partecipato numerosi studenti dell’Università Cattolica e
dell’Università Bicocca che hanno seguito con curiosità ed attenzione tutte le riflessioni proposte.
Questa giornata di lavori ha permesso un primo confronto e una prima condivisione delle buoni prassi
sviluppate in questi anni e ha rappresentato l’occasione per confermare pubblicamente l’intento di tutti i soggetti
protagonisti di questa co-progettazione di continuare su questa strada tortuosa per lavorare ancora insieme alla
costruzione di una società sempre più inclusiva.

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