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#CaosVincenziana: nessuna risposta chiara dal Consiglio comunale

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Vince il “burocratese”. L’Aids è una “malattia autoimmune” per cui “non ha rilevanza per la Sanità pubblica” secondo la nostra ATS. Il sindaco: “Queste sono le regole e noi dobbiamo rispettarle”. Gelli sbotta: “Questo è un muro di gomma. Ma non mi arrendo vado avanti”.

MAGENTA –  Chi pensava di poter ottenere risposte puntuali rispetto alle condizioni sanitarie degli ospiti della Casa Vincenziana, così come sulle indiscrezioni rispetto ai presunti “incontri ravvicinati” tra i richiedenti asilo e alcune  ‘donnine’ autoctone, è rimasto profondamente deluso.

Ieri sera in Consiglio comunale il capogruppo della Lega Nord Simone Gelli ha presentato due interpellanze che  ponevano due domande di fondo: “Ci sono casi di Aids all’interno della struttura di via Casati? La Vincenziana alla sera si trasforma in una casa per appuntamenti?”. Domande precise  – nate peraltro da quanto apparso sulla stampa in questi ultimi mesi – che avrebbero meritato risposte altrettanto chiare.

Per questo in aula è intervenuto  Mario Salis, vice presidente della Cooperativa Intrecci che ha illustrato lo stato dell’arte. E’ stato diffuso anche un comunicato stampa dal titolo “Profughi, a Magenta lavoriamo rispettando le regole e i protocolli sanitari”. 

Tuttavia, scorrendo la lunga e dettagliata nota, obiettivamente, poco si capisce rispetto al fatto se questi “incontri  clandestini” si sarebbero consumati o meno. Certo, al punto 2 Salis ha ribadito “che il regolamento interno del centro vieta agli ospiti di far entrare nella struttura persone estranee. Le violazioni a questa norma rappresentano una grave infrazione”.  Un’affermazione che fa il paio con quella successiva in cui Salis ha ricordato le espulsioni di sette richiedenti asilo, “indisponibili a rispettare le normali regole di convivenza”.  Peraltro, su dove oggi siano finiti i sette soggetti in questione non è dato saperlo. Né è possibile costruire una correlazione tra la loro spedizione verso altri lidi e l’eventuale presenza di “signore” o “signorine” all’interno della struttura di via Casati.

Ma il “burocratese”  è stato il leit motiv anche della risposta che l’Ats Milano Città Metropolitana (l’ex Asl Milano 1) ha inviato al sindaco Marco Invernizzi rispetto alla possibilità  che dentro alla Vincenziana siano stati rilscontrati  casi di Aids o comunque di malattie veneree.

Si sa che l’ultima notifica per malattie infettive e, da lì la successiva sorveglianza sanitaria, è pervenuta in data 25 novembre. Trattasi di scabbia.  L’Aids dalla nostra burocrazia viene considerata una malattia “autoimmune” e, quindi, non di rilevanza per la salute pubblica. Una osservazione che suona ai più per lo meno beffarda. Ma tant’è. E anche il sindaco allargando le braccia ha commentato: “Queste le regole e noi dobbiamo rispettarle”.  Perciò è dato sapere che in città sono stati riscontrati 501 casi di malattie autoimmuni, secondo i dati forniti dall’ATS, ma non si può sapere se un profugo o presunto tale, abbia contratto una malattia rientrante in questa categoria.

“Noi comunque – ha garantito il sindaco – manteniamo un’interlocuzione costante con il Prefetto”.

“Siamo davanti ad  un muro di gomma – ha ribattuto Gelli – A questo punto,  cercherò di perseguire altre strade per venire a capo della verità. Leggi o non leggi la gente ha diritto di sapere cosa succede lì dentro”.

Fabrizio Valentiprofughi2-610x406Gelli-Simone-1

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