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Dall'archivio:

Canegrate, il sindaco Colombo si commuove ricordando la sua lotta contro il virus

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CANEGRATE- Si è emozionato e ha fatto emozionare. Per Roberto Colombo, sindaco di Canegrate, l’ultimo consiglio comunale dell’altra sera avrà sempre uno spazio particolare nell’album dei ricordi. E’, infatti, quello in cui ha cominciato a voltare pagina dopo il difficile periodo di convivenza con un Covid-19 che lo ha costretto all’ospedale ma dalla cui morsa si è divincolato del tutto. Il suo discorso di ritorno tra i banchi del consiglio non ha abbracciato soltanto l’emergenza pandemia. Ha invece fornito lo spunto per soffermarsi sui mali che affliggono il mondo.

 

E per dire ai canegratesi: il Covid-19 ci faccia riscoprire i veri valori della vita, ci faccia ritrovare più uniti e aperti verso il futuro insieme. “Sono felice di essere qui – ha esordito – e di riprendere l’attività dopo tre mesi difficili. Voglio prima di tutto ricordare i nostri concittadini che non ci sono più, morti sia per il Covid-19 che per altre ragioni, e che non hanno avuto la possibilità di avere un funerale; a molti è capitato di avere un familiare scomparso, anche a me, avremo modo di ricordare tutti loro”. E la voce gli luccica in modo particolare quando rende omaggio a Rina Ferrè, la partigiana canegratese morta alcuni giorni fa, “staffetta partigiana del comune di Canegrate e sempre dalla parte dei lavoratori”. Poi i riflettori tornano ad accendersi sulla sua esperienza personale. Quella che deriva dai mille pensieri maturati mentre stava su un letto d’ospedale a dichiarare guerra al  coronavirus. “Ho avuto certo il pensiero che avrei potuto non farcela- ha proseguito- ma non ho mai avuto paura se non per le persone che avrei fatto soffrire se fossi morto; ho pensato sempre che la morte non sia altro rispetto alla vita ma penso che nessuno di noi sia immortale e questo ci deve invitare a riflettere sul senso della vita e di quello che facciamo”. La voce tradisce un po’di legittima commozione. Ma i concetti scorrono limpidi e si stampano direttamente sul cuore di chi ascolta; “tutti noi abbiamo capito dalla pandemia, e chi non lo ha capito è sciocco, che nessuno può salvarsi da solo, esiste una sola razza umana e il Covid-19 si è aggiunto a flagelli ben più gravi, il disastro ambientale e la fame nel mondo; oggi la maggioranza della gente che muore sul pianeta muore per fame e sete nel mondo”. La sfida diventa quindi, ha chiosato, impugnare la spada per fendere ogni diseguaglianza che vi sia nel mondo. Colombo ha poi dilatato il campo visivo sul futuro e indica con nome e cognome le sfide rispetto alle quali Canegrate dovrà farsi trovare compatta e preparata: “dobbiamo fare in modo che i giovani escano e tornino a incontrarsi – ha detto – stiamo approntando una serie di iniziative come il Centro estivo e la festa di fine scuola, vogliamo poi dare il diploma ai ragazzi che escono da un ciclo di studi; vogliamo poi fare ripartire al più presto la scuola”. Alla fine non poteva mancare l’abbraccio a “tutti i collaboratori che mi sono stati vicino e mi hanno dato un prezioso aiuto, a cominciare da Matteo (Modica vicesindaco, ndr); grazie davvero a tutti”. La rinascita di Colombo ha insomma un volto preciso. Il volto di chi crede nel domani del comune che governa. E della capacità di costruirlo tutti insieme.

 

Cristiano Comelli

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