CANEGRATE – Vi è chi la compie e chi la subisce. E, fisica o psicologica che sia, questa violenza rischia di lasciare in ambedue le parti scorie che possono segnare in modo pesante un armonioso percorso di crescita. Il tema del bullismo è uno di quelli di stretta attualità e drammaticità. Canegrate ha deciso di affrontarlo con una serata in programma lunedì 27 gennaio alle 21 al polo culturale Catarabia. Si tratta del primo di un ciclo di incontri programmati dal comune per affrontare diversi aspetti legati all’educazione. E quanto sul fenomeno del bullismo occorra tenere alta la guardia lo indicano in modo estremamente esplicito le statistiche: oltre il 50 per cento degli adolescenti è stato vittima di prevaricazioni, sia nella forma del bullismo tra i banchi di scuola sia in quella, se possibile ancora più inquietante, del cyberbullismo che striscia velenoso tra i profili social. “Se non si interviene per tempo – spiega il comune nel presentare la serata – i ragazzi potrebbero sviluppare da adulti crisi di ansia e di autostima”.
La serata, lungi dal limitarsi soltanto all’analisi dell’effetto, si propone di soffermarsi sulla causa di questo comportamento deviante. Bulli, infatti, non lo si è per caso ma per ragioni precise in cui le dinamiche familiari e sociali non esercitano un ruolo di secondo piano. Il problema è sociale e insieme culturale avendo a che fare con la necessità di sviluppare nei ragazzi la centralità di relazioni armoniose non fondate sul sopruso ma sulla civiltà dei rapporti e sulla concezione che essi costituiscano sempre fattore di arricchimento reciproco.
Aiuteranno a mettere luce su questo tema le riflessioni di Francesca Maisano, autrice di un volume dal titolo “L’età dei bulli” e che, nel suo ruolo quotidiano di psicologa, ha elaborato alcune strategie utili a individuare le situazioni di bullismo per intervenire per tempo attraverso una rete sociale di sostegno a chi subisce questo comportamento, ma anche a chi lo pone in essere in preda anch’egli a un disagio relazionale bisognoso di essere curato.
Cristiano Comelli
