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Dall'archivio:

Calati, un selfie con Salvini per “salutare” il prefetto Luciana Lamorgese

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MAGENTA –  Non ce ne voglia il sindaco Chiara Calati, che sappiamo essere persona con il senso dell’humour. Però, se è vero che spesso dietro ad un scatto, si nasconde più di un significato, allora, è legittimo pensare che dietro al ‘selfie’ con il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, scattato l’altro giorno in occasione del ‘saluto’ ai sindaci del Prefetto di Milano Luciana Lamorgese  – che dopo poco più di 12 mesi ha lasciato il capoluogo lombardo –  ci possa essere, appunto,  qualcosa di più. Forse, l’auspicio – lasciatecelo dire – che l’interlocuzione con il nuovo Prefetto sia foriero di maggiori risultati per Magenta. Sì perché tra le richieste sul tavolo fin dall’inizio dell’avventura amministrativa della Giunta Calati, c’era l’invio sul territorio dei tanto attesi militari. Ad oggi, però, quell’istanza è rimasta lettera morta. Anche se nel frattempo con l’avvento al Viminale di Salvini, la speranza resta viva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Altro capitolo riguarda il Centro d’Accoglienza Straordinaria (CAS) dell’ex Casa Vincenziana e quello della Cascina Calderara. Anche qui si era detto negli incontri avuti con la dottoressa Lamorgese che si sarebbe andati verso una progressiva ridistribuzione dei numero di migranti in capo a Magenta verso gli altri comuni della zona. Risultato i 130 (mal contati) richiedenti asilo distribuiti tra l’ex Vincenziana e la cascina che si trova al di là della provinciale, in aperta campagna, sono ancora tutti  lì.

E’ per questo allora che il selfie con Salvini, potrebbe essere l’auspicio di un nuovo viatico rispetto ad un’interlocuzione tra Prefetti ed enti locali che in questi ultimi anni si è dimostrata sempre più difficile con i sindaci – vedasi anche il caso Calderara con l’allora primo cittadino Marco Invernizzi – a dover proferire il fatidico “Obbedisco” di garibaldina memoria. 

F.V.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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