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Busto Garolfo: si dibatte, in paese, sull’avvento della Coop

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BUSTO GAROLFO – La sua inaugurazione è avvenuta di fresco. A quanto pare, però, la nascita di un nuovo ipermercato Coop sotto il cielo di Busto Garolfo non porta le voci del paese ad accordarsi su un unico coro. Se da un lato, infatti, vi è chi ne evidenzia le ricadute positive su più fronti, da quello dell’offerta di prodotti a quello occupazionale fino alla sottolineatura dell’indotto economico che la struttura è destinata a portare in paese, dall’altro, dall’altro vi è chi invece chi sventola la bandiera della perplessità. Un interrogativo su tutti: ma quale valore aggiunto comporterà la struttura per chi , a Busto Garolfo, è in cerca di un impiego? Marcello Manno, attento osservatore della vita del paese, sul profilo social “Sei di Busto Garolfo se”, si pone la questione senza girarci troppo intorno: “una struttura così grande e con un costo non indifferente che ha assunto 33 dipendenti – rileva – si è ricordata di prendere almeno il venti per cento di personale di Busto Garolfo?”.
Perché, sembra essere la conclusione, che una nuova struttura arrivi sul territorio ci può anche stare ma se poi il territorio ne ricava vantaggi fino a un certo punto il gioco non funziona appieno. In parole più spicce, l’arrivo dell’ipermercato deve tradursi nell’opportunità di prendere l’ascensore verso l’alto per l’intero paese. Altri evidenziano come Coop finisca per portare con sé un’iniezione rivitalizzante complessiva in un paese dove, osserva un utente, “manca la classica via dello shopping”  e “mancano attività commerciali basilari”.  Del resto l’approdo di un centro di grande distribuzione, su ogni territorio, è sempre destinato a far germogliare considerazioni antitetiche e manicheismi inconciliabili. E intanto sempre Manno, che ha manifestato già tempo fa l’intenzione di scendere in campo quale candidato sindaco, mette lo sguardo avanti pensando  già a cosa si potrebbe fare nascere all’interno dello spazio della vecchia Coop: “e se ci facessimo il bowling con birreria?”.  Chi vivrà vedrà. Il dato di fatto è che i bustesi possono comunque contare, qualunque sia la valutazione, su una nuova struttura in cui scegliere di rifornirsi.
Cristiano Comelli

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