― pubblicità ―

Dall'archivio:

Brasiliani che sfruttano l’avo italiano per avere la cittadinanza, diversi casi anche a Magenta

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

MAGENTA – Il fenomeno delle cittadinanze italiane richieste da brasiliani che nulla hanno a che fare con l’Italia sta assumendo contorni ancora tutti da definire. Un fenomeno che tocca anche il comune di Magenta dove abbiamo avuto a che fare con una ragazza brasiliana che, in virtù del suo presunto bisnonno italiano, ha avviato le pratiche per l’ottenimento della cittadinanza italiana partendo proprio dal comune di Magenta. Non abbiamo dati certi in merito, ma non si tratta dell’unico episodio. Anzi, ve ne sarebbero diversi. Cosa provoca tutto questo? Anzitutto sorge spontanea una domanda. Che senso ha concedere la cittadinanza italiana a persone che non sanno una parola di italiano, non hanno mai visto il nostro Paese e, nella maggior parte dei casi, non hanno intenzione di continuare a vivere in Italia?

A questo punto meglio rilasciarla a stranieri che vivono nel nostro paese da 20 anni, sanno l’italiano e hanno l’intenzione di rimanere qui per lavorare. Ottenere la cittadinanza, anche con l’avo italiano, non è però facile. Anzi, le pratiche rischiano sempre di arenarsi proprio nei comuni dove i conti spesso non tornano. Abbiamo conosciuto una ragazza brasiliana di 27 anni. Nata in Brasile ha scoperto su internet che esistono persone che gestiscono le richieste di cittadinanza. Naturalmente dietro lauto compenso. Il sogno di una vita però val bene qualche soldo e allora M.D.A. contatta la persona che vive nella nostra zona a le affida le pratiche da gestire. Primo problema. Per chiedere la cittadinanza al sindaco di un comune per jure sanguinis occorre risiedere in quel comune. Nulla di più semplice. Basta chiedere ad un amico che si faccia carico di questa residenza fittizia e il gioco è fatto. Se il primo passo è semplice quelli che vengono dopo non lo sono per niente. Nel caso di M.D.A. l’avo, ovvero il bisnonno, nacque a Trecenta (Rovigo) nel 1882 ed emigrò in Brasile presumibilmente prima del 1905. Presentati i documenti all’ufficiale di stato civile del comune di Magenta emergono però numerose contraddizioni. In molti casi i cognomi sono stati modificati. Servono le attestazioni consolari che certifichino la veridicità dell’albero genealogico prodotto. Ma soprattutto, si torna sempre alla prima domanda. M.D.A. non ha intenzione di rimanere a Magenta e nemmeno in Italia. Il suo sogno è quello di emigrare in Australia. E allora perché capita a Magenta una ragazza che nulla avrà mai a che fare con Magenta? Motivi di comodo. Perché in altri comuni le pratiche sono più lente. Segno che dietro tutto questo c’è un’organizzazione che segue l’evolversi delle situazioni. Tutto legale, sia ben chiaro. Non abbiamo prove che dietro ci siano organizzazioni criminali, anche se quando cominciano a girare soldi il rischio che questo si verifichi è sempre presente.

 

 

 

 

 

 

 

Ma torniamo alla ragazza che ha ottenuto la residenza a Magenta e ha presentato i documenti per avere una fantomatica cittadinanza italiana della quale non le importa nulla. E’ dovuta tornare in Brasile per farsi rilasciare della documentazione. Ma, a quel punto, non è più rientrata. Soldi spesi per nulla, pratiche che ingolfano gli uffici comunali e che non arrivano a niente. E’ un fenomeno che rischia di esplodere. Ce ne siamo accorti andando ad indagare su internet dove sono tantissimi i siti in lingua portoghese che spiegano come fare per ottenere la cittadinanza italiana. E ci sono molti riferimenti telefonici. “Molti ragazzi brasiliani, che in Sudamerica hanno un bel lavoro, continuano ad avere il sogno di emigrare in Australia o in Europa – commenta Andrea, un giovane con la doppia cittadinanza, italiana e brasiliana – Non capisco il perché. Molti lasciano il loro Paese per peggiorare le condizioni di vita e non per migliorarle”.

Graziano Masperi

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi