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Borghetti (Pd): ‘Più cure per i mielolesi in Lombardia’

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MILANO  Nuove tipologie di incidenti e infortuni, che hanno mantenuto alti gli accessi ai reparti, e per contro strutture sempre più sguarnite e in difficoltà. È la situazione delle Unità spinali unipolari della Lombardia, di fatto solo tre, una all’ospedale Niguarda di Milano, l’altra all’ospedale Morelli di Sondalo, in provincia di Sondrio, e la terza al nosocomio di Bergamo Mozzo.

 

“Se sono calati gli incidenti stradali, grazie ai sistemi di sicurezza e alle campagne di prevenzione, ci sono tutta una serie di altre cause accidentali che, purtroppo, portano persone di ogni età ad avere bisogno di queste strutture complesse”, spiega Carlo Borghetti, consigliere regionale del Pd e vicepresidente d’Aula, che sulla questione ha presentato una proposta di legge nata dal Coordinamento regionale lombardo per le Unità spinali, con il concorso di pazienti e operatori sanitari, e intitolata proprio ‘Definizione e funzionamento delle Unità spinali del servizio sociosanitario regionale lombardo’.

“Per la persona politraumatizzata, con lesioni midollari, si deve garantire il trattamento immediato, completo e definitivo secondo il principio dell’unità di tempo, di luogo e di azione. Pertanto, anche l’Unità spinale, di fronte a un plurilesionato, dovrebbe condividere un’organizzazione di tipo dipartimentale per essere davvero ‘unipolare’ – spiega Borghetti nella sua proposta di legge –. La competenza assistenziale degli operatori deve perciò necessariamente ampliarsi: le conoscenze tecniche, la cultura specifica, che comprendono tutto l’arco del divenire patologico della lesione midollare, devono costituire il bagaglio professionale dell’intera équipe che condivide l’operatività nell’Unità spinale”.

Ora, tra le più tangibili criticità del Servizio sociosanitario regionale, vi è la carenza di risorse e organizzazione dell’offerta dedicata alle persone con lesione midollare, sia ospedaliera che territoriale, fa sapere il vicepresidente. Ad esempio, “l’obiettivo della fase ospedaliera successivo alla fase di emergenza è garantire una risposta pronta, personale competente e tecnologie diagnostico-terapeutiche adeguate. La complessità del quadro clinico rende necessario inquadrare in modo omogeneo queste situazioni e garantire l’appropriatezza per una corretta assistenza”. Fondamentale, poi, è “l’implementazione di una rete di servizi territoriali collegati con le Unità spinali, che provveda alla presa in carico con continuità del paziente cronico, prevedendo percorsi assistenziali e strutture atte a garantire la qualità della vita della persona con lesione al midollo spinale anche in seguito alle dimissioni ospedaliere, in collegamento con le realtà del territorio”, recita la relazione.

E nella legge si parla di sei mesi di tempo, dopo l’entrata in vigore, per la Giunta regionale per definire l’incremento di dotazione complessiva di risorse e posti letto delle Unità spinali lombarde, istituire la rete di servizi e il Registro regionale dei lesionati. “C’è bisogno di una risposta adeguata ed efficiente per questi pazienti. Ed è urgente darla. La firma da parte di colleghi consiglieri rappresentanti di tutti i gruppi consiliari, sia di minoranza che di maggioranza, mi fa sperare di poter partire in fretta con l’iter legislativo”, conclude Borghetti.

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