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Boffalora sopra Ticino: passano gli anni, cambiano i tempi, ma la tradizione dell’Acquanera resisterà per sempre (VIDEO)

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BOFFALORA SOPRA TICINO La festa dell’Acquanera a Boffalora sopra Ticino è capace di emozionarmi più di altre. Non è la più partecipata, per fortuna. Non è (e di nuovo per fortuna) la più sfarzosa o la più pubblicizzata sulla stampa. E’ una di quelle che mi riporta indietro nel tempo. A più di 40 anni fa quando ci venni per la prima volta e capii subito cosa significava quell’evento per la gente. Le mie origini arrivano proprio da quelle terre vicine al Santuario. C’era molta più gente all’epoca, ma ne ho trovata parecchia anche oggi. Buon segno. Nonostante i tempi non siano più quelli di una volta resiste la voglia di mantenere un luogo tanto caro agli anziani e che viene tramandato ai giovani con amorevole cura. Il Santuario risale al 1815 ed è noto per svariati motivi. Personalmente, anche se non è la festa del 25 marzo, mi piace soffermarmi all’Acquanera per la pace che trasmette.

A ridosso della strada trafficatissima che collega con il vicino Piemonte, sembra di tornare indietro nel tempo. In distribuzione al Santuario c’è un bell’opuscoletto di 4 pagine nelle quali sono spiegate le tappe storiche del Santuario. Nel 1868 una drammatica alluvione invase tutta la zona dell’Acquanera. Furono giorni di terrore per gli abitanti che si rivolsero alla Madonna perché salvasse la chiesa dalla distruzione. Il miracolo avvenne e la chiesa si salvò. Se qualcuno sente la curiosità di visitare il Santuario perché non lo ha mai fatto, osservi la targa che segna il livello raggiunto dall’acqua del Ticino. E’ impressionante pensare a quale altezza fosse arrivato il fiume, oggi che è in grande siccità. E si soffermi il visitatore ad osservare quello che trova. I dipinti e gli ex voto. Cosa sono gli ex voto? Sono le grazie ricevute. Chi era malato ed è guarito ha ringraziato la Madonna.

Chi è scampato ad un terribile incidente ha ringraziato la Madonna. Una devozione unica lega i boffaloresi a quel luogo e anche coloro che boffaloresi non sono, ci ha confidato una volontaria al banco della pesca. E’ proprio così. Salviamo quei luoghi. Teniamo viva la nostra Storia. Fatta di gente umile che lavorava la terra. Che non aveva niente, che era ignorante. Ma che aveva l’umiltà di pensare che forse in questo mondo ogni singolo episodio ha una ragione ben precisa perché avvenga.

 

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