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Boffalora, e Saffa e Vetropack: timori e ‘istruzioni per l’uso’

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BOFFALORA SOPRA TICINO –  Mentre il Comune di Boffalora sopra Ticino vedi sito (Comune di Boffalora sopra Ticino > Vetropack / Ex-Saffa – SUAP in variante al PGT, AVVIO PROCEDIMENTO SUAP – VETROPACK, AVVIO PROCEDIMENTO VERIFICA VAS – VETROPACK) ha dato avvio l’8 maggio scorso all’iter riguardante il procedimento di SUAP (Sportello Unità Attività Produttive e la verifica della VAS (Valutazione Ambientale Strategica), inizia a trapelare una certa inquietudine, per il materiale trattato da Vetropack e rispetto alle eventuali ricadute per la salute della popolazione. Beninteso, la questione non riguarda al momento, Boffalora sopra Ticino, dove siamo soltanto agli inizi di questo percorso. Anche se è evidente fin da ora che il carico di mezzi pesanti che porterà l’insediamento produttivo all’interno all’ex Saffa dovrà essere argomento da trattare con cura. Ed è anche per questo che in più di una circostanza, seppur da posizioni ad oggi diverse, sia l’Amministrazione di Boffalora sopra Ticino, sia quella confinante di Magenta – su cui a sua volta insiste l’ex Saffa – hanno rimarcato la necessità di procedere al più presto con la Variante all’ex Statale 11, opera connessa alla prosecuzione alla superstrada Boffalora Malpensa.

Detto questo, c’è da evidenziare quanto risulterebbe dalla relazione di ARPA Lombardia dello scorso 18 Aprile,  rispetto all’inquinamento da polveri ferrose nel quartiere Marchesina di Trezzano sul Naviglio. In loco, peraltro, è nato anche un Comitato cittadino che si batte da tempo sulla questione. Dall’altra parte, è pur vero che ad oggi, pur essendoci questa relazione da parte di ARPA Lombardia, in considerazione anche della zona, ad alta densità industriale, non esiste un collegamento diretto con l’azienda in questione.  Tanto che anche da parte di ATS Città Metropolitana sono stati richiesti nuovi approfondimenti.

 

Nell'immagine, via San Cristoforo, al quartiere Marchesina di TrezzanoNell’immagine, via San Cristoforo, al quartiere Marchesina di Trezzano

I dati dell’agenzia  per l’Ambiente, cui è demandata la verifica delle condizioni ambientali parlano di “elevate di ossido di azoto (SO2 e NOx)”. Il tema sarà in ogni caso, oggetto di successive analisi.

Ma andiamo a veder meglio cosa dice la relazione di ARPA. Per alcune sostanze inquinanti a Trezzano sul Naviglio sono superati e di gran lunga i limiti imposti dalle leggi. Per esempio, il SO2 (biossido di zolfo): limite previsto dalla legge 500 mg/Nm3. Nel 2018 sarebbe stato superato più volte, con una punta il 19 Marzo, di 1.680.  Oppure il NOx (ossido di azoto): limite previsto dalla legge 1.500 mg/Nm3. Nel 2018 superato più volte (solo ad Ottobre 6 volte) e raggiunto valori di 1.952.  Il  dato più clamoroso è quello che si riferisce alle polveri. Il limite previsto dalla legge è 30 mg/Nm3. Nel 2018 i picchi hanno raggiunto valori di 431 mg/Nm3 (pag 36 relaz. Arpa).

Va però precisato – si legge nella relazione di ARPA –  al fine di fugare conclusioni affrettate e in alcuni casi, capziose, che così come per i controlli in altre aziende, tuttavia, nella relazione di ARPA sulla visita in Vetropack non si trova una correlazione diretta tra le emissioni e le polveri ferrose rinvenute sui balconi perché è di questo che si è sempre parlato, ossia la presenza di polveri ferrose sul territorio: “Non abbiamo ancora una risposta chiara – aggiungeva nella stessa nota l’Amministrazione comunale di Trezzano sul Naviglio – e ancora una volta chiediamo agli Enti, ARPA, ATS e Città Metropolitana di darci indicazioni precise in modo da poter adottare, per quanto di competenza comunale, le misure necessarie a tutela della nostra salute e dell’ambiente”.

Insomma, certamente se non un campanello d’allarme per il nuovo sito che dovrà sorgere tra Boffalora e Magenta, certamente, è un motivo in più perché l’insediamento avvenga ad “opera d’arte” rispetto ad una zona già altamente inquinata, complice il passaggio dell’ex Statale 11 con il suo corredo di mezzi pesanti.

F.V.

 

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