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Barnyard Stompers – “Hellraisin’ Redneck Metalheads” (2023). By Trex Roads

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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Connessioni, benedette connessioni. Avviene tutto così nel mio mondo di ricercatore di “artisti sconosciuti che non dovrebbero esserlo”.
Ho conosciuto così Megan Wise e suo marito Casey Miller, un duo che non è un duo. Una coppia di musicisti che suona come fosse un ensemble di 10 elementi, un mix di stili che è un muro di suono per sconvolgere le anime dalle fondamenta.
 

 

Megan suona magistralmente le percussioni e la chitarra in alcuni pezzi, mentre Casey è un chitarrista e un vocalist di livello assoluto.

Hanno una storia lunga alle spalle, una storia iniziata quasi per caso, ma che fin dall’inizio è stata esplosiva. I Barnyard Stompers si sono formati nel 2012 e già dal 2014, dopo il matrimonio fra i due, è uscito il loro primo album (questo di cui vi parlo è il quinto) e il treno è partito.

I concerti si sono susseguiti, i fans sono aumentati e il loro leggendario suono è diventato un culto nel giro indipendente.

Uno stile folle, un mix elettrizzante di outlaw country, heavy metal e punk rock che scuote gli speaker.

Megan ha dovuto lottare la sua battaglia più dura contro il cancro e la band ovviamente ha dovuto rallentare, tutto diventa relativo davanti ad eventi del genere, ma finalmente nel marzo 2022 ne è uscita e questo disco è qui a dimostrare che sono più vivi, folli e tosti che mai. Inoltre continuano la raccolta di fondi per le persone che ancora lottano con questo brutto male con la vendita del loro merchandising.

Amici, ascoltare i 10 pezzi di questo disco è un viaggio mistico e mi fa pensare che certi dischi sono talmente innovativi e rivoluzionari che meriterebbe eco nazionale.

Non scherzo questo è un disco che dovrebbe fare scuola, un disco in cui potete trovare il sound di Whitey Morgan mischiato a quello dei Soundgarden con un talento tale da farlo sembrare la cosa più naturale del mondo. Uno sfrenato viaggio, dove il rock è spinto fino all’estremo e dove i testi, con ironia e sagacia, ci parlano di vite dure, di alcol e dipendenze, ma anche di ragazze punk inadatte a uomini che amano l’honky tonk.

La title track è un manifesto della musica di questi due geni della musica indipendente: inizia come fosse una canzone di outlaw country degli anni ’70, poi il pezzo incrocia sulla sua strada delle chitarre più elettriche di una scarica di un fulmine e si producono dei riff grassi e potenti come in un pezzo di heavy metal anni ‘90, per poi ritornare sui binari che furono del grande Waylon. Il tutto senza che si possa pensare che qualcosa sia fuori posto, che la voce roca e potente di Casey sia “troppo” o “troppo poco”. Pedal-steel guitar country e svisate di chitarra degne del grande Ted Nugent, con un assolo da lasciare senza fiato. E siamo solo all’inizio!

Bourbon and Blood  inizia come fosse un brano di metal epico e il testo che dovrebbe far pensare ad un pezzo di Whitey Morgan, non stona in un pezzo potente, energico, dove la ritmica di Megan scuote le casse.

La chitarra, il violino e la pedal-steel: così inizia Big Storm, la voce di Casey è perfetta anche in un brano emozionante e dall’animo country, che però cova sotto la cenere un fuoco che si avverte, ma che non si sente fino all’esplosione finale in un riff potente e coperto di metallo pesante. La voce si trasforma e diventa quella in un metallaro vero. Pazzesca la metamorfosi nel sound, senza che il tutto risulti finto o poco naturale.

My Yellow Rose è una fantastica ballata country, una dedica di Casey alla sua Megan, bellissima ed emozionante. Abbassa la tensione, ma non le emozioni. La band che sta alle spalle del duo è veramente piena di talento e la produzione ci regala un suono perfettamente studiato.

Vi siete rilassati? Ecco, ora basta! Un riff che ci attorciglia le budella è l’intro della successiva Behind The Wall, ma è solo un attimo perchè il brano sembra poi una ballata dal tono epico, anche se l’elettricità rimane nell’aria come un presagio di ciò che sarà. Infatti verso la fine i riffs indiavolati e le chitarre prendono la scena, la voce si trasforma ed ecco un brano che sembra il metal che si suonava nella Bay Area negli anni d’oro del trash.

Chi ha detto heavy metal? Ecco la successiva è una cover della band che ha inventato in pratica quello che oggi si chiama heavy metal: i Black Sabbath.

Bellissima l’esecuzione di uno dei loro brani più emozionati: Changes. Non convenzionali anche qui, la scelta di uno dei brani più spiazzanti della discografia della band di Birmingham sembra non essere casuale, segue il mood di un disco di per sé spiazzante e dannatamente divertente.

Home è southern rock, ma con una spine dorsale molto più dura, il ritmo e i riff ti prendono e non ti mollano più. Svisate di chitarra che graffiano l’aria e la voce che graffia l’anima e gli speaker. La steel guitar di Casey ricama un groove pazzesco di quelli che ti fanno muovere la testa su e giù e battere i piedi. Si avverte un po’ di blues nell’assolo e il talento di Miller brilla in tutta la sua genialità. Stupenda.

Le chitarre e la voce di Casey sfornano un southern metal d’annata in If You Ain’t Sinnin’, ritmo serrato e voce effettata ci accompagnano verso la fine e verso un altro piccolo gioiello Punk Rock Girl. Una canzone particolare, non catalogabile, ma con un groove assassino e il lavoro di chitarre e ritmica è veramente notevole. Il testo è veramente geniale con il vecchio punk rocker che ora trova più punk nel country indipendente che nel punk di oggi. Verità da scolpire nella pietra.

Il disco si chiude con Carolina Moon, un country anni ’50, molto classico, che è quasi un cercare di abbassare il volume di un album che ha sparato emozioni e elettricità a volume altissimo.

Questo Hellraisin’ Redneck Metalheads è un disco, come vi dicevo, rivoluzionario, innovativo e entusiasmante, un lavoro che è un mix di stili folle, non si può catalogare, ma la sua genialità e bellezza sta proprio qui e anche nella sua fantastica cover, una vera opera d’arte.

Lasciatevi conquistare da Megan Wise e da suo marito Casey Miller, due artisti veramente non comuni che meritano di stare nell’Olimpo della musica indipendente, quella che vola di locale in locale, di bar in bar, di bocca in bocca e di fan entusiasta in fan entusiasta, su e giù per le strade degli Stati Uniti.

 

Buon ascolto,

Claudio Trezzani by Trex Roads  www.trexroads.altervista.org

(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link: https://trexroads.altervista.org/hellraisin-redneck-metalhead-barnyard-stompers-2023-english/

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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