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Bareggio toccata dalla Grazia di monsignor Maggiolini

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BAREGGIO  – La mia vita è per voi. Il titolo della mostra che Bareggio ha dedicato a monsignor Alessandro Maggiolini, nativo bareggese vescovo di Como e figura centrale nella storia moderna della Chiesa Cattolica, riassume esemplarmente la vita di questo prete dalle radici solide, ed antiche, eppure così fortemente calato nel suo tempo e nella contemporaneità.

E ieri sera, nella sala intitolata a San Giovanni Paolo II, la comunità religiosa e civile di Bareggio ha reso omaggio a ‘don Sandro’, alla presenza del sindaco Linda Colombo, del consigliere regionale Silvia Scurati e di don Luigi Negri.

Una serata durante la quale è scorsa, evidente, la Grazia di un uomo, di un sacerdote, di una instancabile messaggero innamorato di Cristo che ha avuto ed ha ancora tantissimo da dire, sia a chi ha ricevuto il dono della Fede che a ogni persona disponibile a interrogarsi sull’Assoluto e il senso più profondo del vivere di oggi.

“Personalmente ho conosciuto monsignor Maggiolini indirettamente, ma ci sono forti legami di moltissimi bareggesi con i suoi familiari. Abbiamo rappresentato Bareggio alla Santa Messa di Como, recentemente, ed è tempo che la sua figura sia ricordata degnamente anche nella nostra città”. Così ha esordito Daniele Premoli, 36 anni,  il giovanissimo autore della mostra dedicata a ‘Don Sandro’ e della biografia a lui dedicata; i  pannelli sono stati collocati nella sala stessa.

“Grazie a tutti voi per essere qui. Stasera manca Luciano Maggiolini, che per me è stato non solo il fratello di Monsignore, ma molto di più. A 10 anni dalla morte, la sua figura è ancora molto viva e può dirci ancora molto. La mamma di don Sandro era bidella, il padre messo comunale, e morì quando aveva soltanto 5 anni. Durante la guerra visse una fase molto difficile, eppure nella Diocesi di Milano c’era grande vitalità. Don Sandro frequentò il seminario di Venegono, ma nel 1948 muore il suo fratello maggiore. Servì come sacerdote a Cantù, Albese, Rho ed in altre città”.

Ermes Garavaglia, che ha aperto e condotto la serata, ha successivamente introdotto la figura di monsignor Maggiolini come educatore. Monsignore viene ordinato nel 1955, la prima ‘classe’ del futuro papa Montini, Santo Paolo VI.

Sandro Maggiolini comincia anche ad insegnare Teologia all’Università Cattolica di Milano, ha proseguito Premoli, “e si racconta che Monsignore fosse molto attento persino ai bidelli della Cattolica. 

IL GIORNALISTA

Com’è noto, Monsignore fu un fervente pubblicista e scrittore: aveva idee molto chiare ‘sulla vita terrena’, non solo di quella legata alla Fede, e parla spesso anche di cose molto quotidiane. Da Vescovo riprese scritti del passato pubblicandoli settimanalmente, come Lettera ai fedeli.

‘Un graffiante polemista’, una penna che Mario Palmaro definì capace di andare in profondo. Scelse strade poco comode, augurando alle persone di cambiare se stesso, di battere strade poco frequentate. Invitata a riflettere sulla felicità al di fuori delle feste. Molto intensa fu anche la sua attività di catechista, di direttore degli esercizi spirituali. “Io penso che non volesse diventare Vescovo”, ha osservato Premoli. ‘Credo che oggi il compito episcopale sia un gravoso servizio alla Chiesa’, disse Monsignore. Cominciò a Carpi, dove inizialmente fece molta fatica, in quanto Diocesi piccola. Nell’omelia di commiato dalla città emiliana (1989) Maggiolini ricorda di aver esortato i cattolici ad essere protagonisti ‘senza rincorrere il più facile, seguendo l’esempio di una proposta cristiana limpida. ‘Ho conosciuto monsignore mentre confessava, del resto fu uno dei pochi italiani a scrivere il Catechismo della Chiesa Cattolica assieme all’allora cardinal Ratzinger’.

Fino al 9 dicembre nella chiesa di san Nazaro e Celso, quindi dal 10 al 16 dicembre nella chiesa della Madonna Pellegrina, sarà esposta la mostra biografica su monsignor Maggiolini.

F.P.

 

 

 

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