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Bareggio, Silvia Scurati vince il suo ‘All in’

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

BAREGGIO – Con il termine all in si intende l’azione di un giocatore che scommette tutte le chips che gli rimangono. Tutti i giocatori attivi nella stessa mano possono vedere ed eventualmente rilanciare contro la somma All-in del giocatore senza che egli sia obbligato a vedere o coprire tali somme.

Prendiamo a nolo da un sito specializzato questa definizione di All In, una giocata ben nota (ed estrema) a tutti i giocatori di Poker.

L’All In, politicamente parlando, è quello che ha giocato e vinto Silvia Scurati, leader della Lega di Bareggio, 40 anni, consigliere regionale eletta a suon di preferenze il 4 marzo scorso.

Leghista della primigenia ora, forte di un rapporto vero ed autentico con Matteo Salvini (pur non essendo una salviniana, nella pur ormai vetusta diarchia interna del partito), dopo l’ingresso trionfale al Pirellone la Scurati aveva due chance: cercare un accordo col candidato forte del civismo bareggese, Ermes Garavaglia, potenziale vicesindaco con lei nel 2013 (quando la sua corsa a sindaco fu stoppata solo da una alleanza innaturale che ha comportato la disfatta del Pd), oppure puntare tutte le carte- appunto- sulla sua candidata, cresciuta negli anni al suo fianco, ossia Linda Colombo.

L’intenzione di Silvia Scurati era chiara sin da febbraio, quando di fronte a una pizza ci anticipò il suo disegno. Dal momento che Garavaglia non ha accettato un’alleanza in condizione di subalternità (leggi vicesindaco), alle elezioni Bareggio ci è andata con uno scenario semi balcanico.

Rispetto al voto del 2013 Linda Colombo si è fermata il 10 giugno al 26%, mentre la Scurati sfiorò il 30%; e quando gli osservatori hanno assistito al clamoroso sorpasso di Garavaglia sul Pd, allora un brivido è corso lungo la schiena. Potenzialmente, difatti, Ermes Garavaglia poteva contare su un numero maggiore di voti rispetto alla Colombo: quelli di Monica Gibillini, qualche centrista, qualche voto del Pd in contrapposizione al sovranismo del Carroccio.

A quel punto, mentre in molti davano per probabile la vittoria di Garavaglia, che alla chiusura della sua campagna aveva dato una evidente prova di forza, è scesa in campo la Scurati con tutta la sua forza, la Scurati che mercoledì sera- a Magenta- ci rivelava tutta la sua stanchezza ma anche la serena consapevolezza ‘di aver fatto la migliore campagna elettorale di un ballottaggio mai vista’.

Una campagna che evidentemente ha pagato, consegnandole la leadership della politica bareggese nei prossimi anni a venire: 5 anni (salvo sorprese…) in cui, mentre lei siederà sui banchi del Pirellone, sullo scranno da sindaco della città ci sarà una sua fedelissima pretoriana. Silvia la rossa (come del resto il nuovo sindaco..), pasionaria e militante sin dall’età dell’adolescenza, che dopo la rapida e ingloriosa fine dell’Amministrazione Gibillini eletta nel 2008 (nella quale era vicesindaco) coglie dopo anni la vittoria che è sua e dell’inossidabile squadra di pasdaran che la segue da anni: Nico Beltramello, Lorenzo Paietta, Pino Sisto, Angelo Cozzi, Laura Paietta.

A parti invertite (ossia se Garavaglia avesse vinto) sarebbe stata una debacle, mentre così è un’autentica cavalcata vittoriosa. Vae victis, la gloria spetta sempre ai vincitori.

F.P.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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