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Banche e fattore credito: primi segnali di ripresa

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Equilibrio tra attività e passività, competenze professionali, fiducia dei clienti. Sono essenzialmente questi gli aspetti venuti a mancare per il corretto funzionamento degli istituti di credito italiani. I recenti scandali non hanno fatto altro che confermare la precarietà della faccenda. Negli ultimi anni infatti, le banche hanno perso di vista la creazione di valore economico e sociale e hanno concentrato parte delle loro energie nella affannosa ricerca di profitti a breve termine. In molti casi, adottando un modello di business incentrato sul mercato finanziario – elemento che le ha esposte a percentuali di rischio molto alte – sono state incapaci di adeguarsi ai cambiamenti macroeconomici.

Nonostante una reputazione ai minimi storici, l’attività bancaria sta compiendo degli sforzi che potrebbero rivelarsi validi in termini di ripresa. Nell’attuale scenario, ad un aumento della disuguaglianza e della concentrazione della ricchezza, ha fatto seguito un incremento della richiesta di asset sicuri, con pochi rischi. In questo senso il credito privato ha tutte le carte in regola per favorire produzione e crescita. In effetti, secondo quanto riportato dalla Banca d’Italia, i prestiti al settore privato nel primi mesi del 2017 sono addirittura cresciuti dello 0,8%. Stesso discorso per i crediti alle famiglie che hanno toccato quota 2,4%. Si tratta di un dato che, malgrado le premesse iniziali, fa ben sperare.

In tal senso risulta parecchio interessante la pubblicazione dell’Istituto di ricerche di mercato Innofact relative al mese di aprile. A differenza della Svizzera francofona e tedesca che presentano un elevato grado di diffidenza, la zona del Ticino ha mostrato un significativo ricorso ai prestiti. A dimostrarlo vi è un 44% che risulta di un terzo più elevato rispetto alla media fatta registrare dal resto del territorio. Qui le ragioni che spingono a richiedere un credito sono nell’ordine:
● l’acquisto di un’automobile;
● il superamento di un momento difficile dal punto di vista finanziario;
● riparazioni di mezzi di trasporto;
● ristrutturazione di appartamenti.

Eccezion fatta per il Canton Ticino, l’elemento contraddittorio sta tutto nei due svizzeri su tre che ritengono il credito privato un utile strumento di sostegno, un sistema capace di garantire una certa tranquillità. In effetti, malgrado gli interessi previsti, la maggior parte dei beneficiari si dichiara soddisfatta del trattamento ricevuto e per questo disposta a replicare tale azione senza alcun tipo di ripensamento.

Ora, indipendentemente da indagini e statistiche, il sovraindebitamento è il timore più grande per i debitori ma anche per gli stessi creditori. Tuttavia le leggi sui  crediti privati sono talmente rigide che l’eventualità di subire un danno di questo tipo è piuttosto remota. La materia è disciplinata in modo severo e dettagliato. Non a caso, prima ancora di procedere con la semplice richiesta, viene effettuata un’attenta verifica sulle capacità di far fronte a determinati impegni finanziari per proteggere i soggetti coinvolti dal rischio di insolvenza. Una cosa è certa: informarsi è l’unico modo per valutare i rischi e i benefici del caso.

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