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Balotta: ‘Troppe soppressioni di Trenord in Lombardia’

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MILANO – Ogni giorno su tutte le linee ferroviarie lombarde vengono soppressi numerosi treni, al punto che i pendolari si chiedono se siamo ancora ai tempi del lockdown. Il nuovo orario di Trenord che entrerà in vigore dal 14 settembre prevede numerose soppressioni, in particolare delle ultime corse e di interi tratti di linea secondari. Nonostante questa riduzione di treni, lo stato di collasso dell’azienda perdura, con la ormai consueta carenza di convogli e di manutenzione. Il punto critico sono i 33 treni a piano ribassato che hanno 44 anni d’età e si guastano spesso al punto di non poter essere utilizzati per evidenti carenze di sicurezza e garanzie di circolazione. Tra essi ci sono i convogli che si sono sfrenati in ben tre occasioni nelle ultime settimane. Questo treno in molte parti d’Italia è ancora utilizzato: evidentemente la manutenzione nelle altre regioni viene svolta a regola d’arte. Se i treni sono vecchi, a maggior ragione la manutenzione va effettuata sistematicamente e capillarmente. Invece, nonostante i circa mille addetti e le numerose ditte esterne che operano nelle officine di Trenord, il processo manutentivo è inefficace a causa di una struttura decisionale ridondante, con un direttore e un capo manutenzione che svolgono gli stessi ruoli. La formazione professionale è carente e l’ingresso di nuovi treni è in ritardo di 5 mesi.

 

A nulla serve che Trenord annunci l’assunzione di 30 nuovi tecnici della manutenzione se nel bando si legge che “costituisce requisito preferenziale un’esperienza minima di due anni in ambito manutentivo”: il che significa né più né meno che verranno assunti dalle attuali ditte che già lavorano per Trenord. In pratica i nuovi assunti saranno quelli che già operano nelle officine di Fiorenza e Novate, che cambiano solo casacca. Senza contare che tra poco il saldo totale degli addetti andrà in negativo (-20) con il pensionamento di 50 operai. Non è questa la Trenord che serve per rilanciare il trasporto pubblico e dare una risposta all’emergenza sanitaria posta dal Covid.

Dario Balotta

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