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19 gennaio 2000 – 19 gennaio 2022. Craxi, un uomo libero. Di Fabrizio Garavaglia

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

“Ventidue anni sono passati dalla scomparsa di Bettino Craxi.
Morto esule in terra tunisina, gli è stato impedito di tornare in patria per curarsi, contro di lui si è consumato il più grande e ipocrita tradimento di un popolo, di un Paese che egli aveva servito con grande passione, intelligenza ed amore.
Non voglio qui ritornare sull’ampia storiografica che ha contrassegnato la vita politica di Craxi, spesa a servire il suo Paese. Nella politica, nelle istituzioni, ai vertici del governo italiano e delle istituzioni internazionali.

Sarebbe fin troppo facile e scontato celebrare la grandezza di Bettino Craxi facendo paragoni con l’attuale classe dirigente, di ogni partito e di ogni colore politico. Un gigante in un mondo di lillipuziani.
Voglio cogliere invece questa opportunità, questo ventiduesimo anniversario per porre una riflessione, aperta a tutte le menti funzionanti, agli autentici democratici.
Ma è mai possibile che dopo 22 anni, ancora oggi, non si voglia riconoscere la statura di questo leader e statista?

Possibile che si resti ancorati ad una visione mediatico-giudiziaria che da Mani pulite in poi ha, via via, distrutto sotto ogni punto di vista il nostro Paese?
C’è in questo nostra Italia qualche cervello in grado di pensare e valutare con coscienza?
Basta scorrere la vita di Bettino per capire, per porsi qualche domanda, per narrare una storia diversa da quella propinata da certa sinistra, dai cialtroni trinariciuti al seguito di un comico-pagliaccio, dai puri con annessi cappi mostrati in Parlamento e di monetine lanciate al Raphael?
Che ci siano, in tutta Italia, una manciata di strade intitolate a Bettino Craxi credo sia l’esempio lampante di un Paese ipocrita e falso con se stesso, sfuggente nei confronti dei conti con la propria storia.
Mi piace ricordare Bettino, oltre che per le occasioni di incontro personali, con il suo pensiero-testamento che sta inciso sulla sua tomba ad Hammamet: “La mia libertà equivale alla mia vita”.

Una libertà non solo “fisica”, una libertà intellettuale, politica, etica.

Fabrizio Garavaglia

 

 

 

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