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Dall'archivio:

Ascoltati da noi.. per voi- The Infamous Stringdusters, di Claudio Trezzani

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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The Infamous Stringdusters – “Rise Sun”

Sole, banjo e anima…

Alle nostre latitudini purtroppo, ci sono generi quasi completamente sconosciuti. A torto aggiungerei. Ecco gli Infamous Stringdusters sono una delle band più famose ed importanti di un genere, il bluegrass, a noi quasi completamente ignoto, se non per gli appassionati di musica delle radici americane. Il bluegrass, il banjo e le chitarre intrecciate sono solo il punto di partenza, ma i lidi toccati da questa band di assoluto talento sono quelli del blues, della roots music e del country più vero. Dopo aver vinto ogni premio possibile con il precedente Laws Of Gravity (2017), i nostri sfornano un degno successore, un album che è un viaggio verso il sole dall’oscurità, nei testi e nelle stupende note.

Come detto il bluegrass più tipico è ormai completamente contaminato, basta ascoltare l’iniziale title track e il viaggio si capisce sarà si accompagnato dagli immancabili violino e banjo, ma le voci soprattutto e il feeling hanno a che fare con la musica del sud, allegria solarità e voglia di ballare. Il sole è il punto di arrivo e lo si capisce bene.

Un disco che non ha una nota fuori posto, prodotto alla perfezione e suonato come fosse un infuocato live davanti ad un pubblico entusiasta. Una perfetta colonna sonora per un festival estivo americano, di quelli che hanno quegli stupendi palchi incastonati fra le montagne e i canyon.

Planets con il suo arpeggio slide iniziale ha quasi un sapore rock, un pezzo maturo e intenso che a volte fa quasi pensare agli U2, una sensazione forse ma il carattere è quello e ci si dimentica che le chitarre siano acustiche e si arriva all’assolo di violino finale, breve ma eccezionale. Grande pezzo.

Il country western fa capolino in Long Time Going, un pezzo tradizionale, praterie e tante storie da raccontare, magari dalle assi di un saloon polveroso.

C’è spazio anche per le ballate come Somewhere in Between, di quelle che chitarra in braccio si cantano sotto il portico di casa e la voce in evidenza è davvero notevole così come i cori quasi gospel. Difficile darle un genere ben preciso è solo una bellissima canzone.

Vivere la vita fino in fondo, fino a quando non ce n’è più, questo il senso della ritmata e notevole Wake The Dead, quasi blues ma molto country, altro brano di qualità altissima e con un testo che è di nuovo un viaggio dall’oscurità verso la luce, una luce che sa di divertimento senza pensare al domani.

Alla fine la luce arriva, quella inseguita durante tutti i 13 pezzi di questo splendido disco con la finale Truth and Love, nella quale quasi possiamo sentire il caldo sulla pelle della solarità della sua musica, allegra e speranzosa, la verità sta nell’amore che fa risplendere le anime. Un brano semplice e diretto ma che è la perfetta summa di questo lavoro, positività e sole sulla faccia dall’alba al tramonto e oltre.

Lasciatevi trasportare in questo percorso senza pensare che magari nemmeno sapevate l’esistenza del bluegrass, troverete una band di artisti veri e una manciata di pezzi che vi emozioneranno, perché da queste parti la musica viene dall’anima e parla semplice ai cuori.

Buon ascolto.

Claudio Trezzani

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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