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Dall'archivio:

‘Ascoltati da noi per voi’, di Claudio Trezzani: Sheryl Crow – “Threads” (2019) ultimo album?…solo una raccolta di alcune buone intuizioni

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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Il dubbio che, l’annuncio che la leggendaria cantante Sheryl Crow ha fatto prima dell’uscita di questo album (raccolta di canzoni sparse?) che sarebbe stato l’ultimo, è questo : trovata pubblicitaria oppure pensiero sincero? Io propendo purtroppo per la prima ipotesi, soprattutto dopo averlo ascoltato. E’ sicuramente un’occasione persa, un mare di buone intuizioni e buone canzoni (17 canzoni…diciassette!), un oceano di ospiti (24…) ma una sensazione di scarsa fluidità e coerenza soprattutto quando si avventura in generi commerciali oppure generi di nicchia ora di moda (americana).

Il tempo passa, ora è una madre felice ma la sensazione di essere ormai ai margini del mercato commerciale musicale, dopo esserne stata una delle stelle più fulgide per almeno 15 anni, deve averla spaventata penso e questo album rispecchia un tentativo di tornare sulle bocche e sugli amplificatori (magari bluetooth) soprattutto dei più giovani.

Ha dichiarato, ma lo sentiamo da anni questo triste ritornello, che gli album sono morti e si vivrà di singoli, ecco siamo sicuri che non sarà così, nemmeno ascoltando dischi come il suo che sono delle raccolte di canzoni sole fatte per essere vendute singolarmente sui servizi di musica digitale. Per fortuna degli amanti della musica di qualità e per le persone vintage, il vinile è tornato così come la voglia di assaporare, gustare e toccare la musica, non solo di spararsela in cuffie senza fili con playlist decise a tavolino da algoritmi freddi e calcolatori.

Veniamo al disco composto come dicevo da 17 canzoni, davvero troppe, di cui 12 autografe e 4 cover ed una che è una rilettura di una sua vecchia canzone. Non c’è un filo conduttore e un genere definito, non che sia un male a prescindere ma si fatica a seguire la narrazione musicale.

Fra i brani i migliori sono senza dubbio Tell Me When It’s Over in coppia con la voce leggendaria di Chris Stapleton, un brano rock americano che si rifa al passato della cantante, intensa e con la voce del cantante del Tennessee che arricchisce un pezzo ben suonato e che ci mostra la voce di Sheryl in perfetta forma e  Redemption Day collaborazione con il compianto Johnny Cash, postuma e già ripubblicata sul disco American VI di Cash, da brividi.

Altro brano splendido è la ballata Beware of Darkness aiutata dall’ex marito Eric Clapton, Sting e Belinda Carlile. L’assolo manco a dirlo è la parte più bella ma visto chi l’ha eseguito non ci stupisce.

The Worst assieme al chitarrista dei Rolling Stones, Keith Richards è un pezzo acustico quasi folk e la coppia sfodera una bellissima prestazione così come in Border Lord con il leggendario Kris Kristofferson con cui pare lavori da sempre in coppia tanto è perfetta l’intesa, trascinata e polverosa.

Altri artisti che l’hanno aiutata ad abbellire il disco e che in coppia con lei sono a perfetto agio sono Jason Isbell, James Taylor, Joe Walsh, Willie Nelson ed Emmylou Harris, ma sono assolutamente, per me , da buttare i tentativi di ringiovanirsi collaborando con St.Vincent o Chuck D.

Un disco che, fosse veramente l’ultimo, lascia un pò perplessi e pare più una sorta di greatest hits sui generis che un disco pensato e suonato come un’opera unica. Molti brani splendidi, alcuni trascurabili così come gli ospiti, molti grandi artisti ed alcuni fuoriposto, consigliato a chi vuole un disco senza impegni ma di musica di qualità ma non a chi cerca Sheryl Crow al suo meglio.

Buon ascolto.

Claudio Trezzani

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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