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Dall'archivio:

“Ascoltati da noi per voi” di Claudio Trezzani. Charley Crockett – “The Valley”

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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Ci sono vite che sembrano dei film, soprattutto negli States, dove le esperienze e i vissuti sono quasi incredibili e proprio il sottotitolo di questo splendido album …And other Autobiogtaphical Tunes dona un che che di cinematografico ad un disco decisamente di qualità alta e incuriosisce l’ascoltatore del saperne di più del suo autore. Ecco la vita di Charley Crockett, oltre alla parentela già di per sé accattivante con il mitico Davy Crockett, nato a San Benito in Texas è quanto di più americano si possa immaginare, esperienze disparate, girovago fra Dallas, New Orleans, il Marocco e anche delle gite non proprio gradite in gattabuia. Un film che ha di certo segnato l’abilità narrativa di questo cantautore texano che nel suo sesto disco racchiude quanto di più anti-commerciale potete immaginare e sforna un sound dal sapore antico, una sorta di ponte fra il leggendario Hank Williams e una voce narrante dolce e profonda alla Roy Orbison. Un country venato di blues delle radici e folk molto personale e intenso , molto lungo (16 pezzi) ma che scorre veloce come una cavalcata nelle pianure texane fra polvere e bar di honky-tonk.

L’iniziale Borrowed Time, accompagnata dal battito di mani e dal violino, è la dimostrazione che il passato nella musica non è mai passato ed è profonda ispirazione per giovani artisti soprattutto nel country odierno, ispirazione di qualità intendiamoci come nella title-track che pare uscita da una session con Willie Nelson e Merle Haggard.

Immaginatevi in un vecchio saloon, magari in mezzo ad una sparatoria ad un tavolo di poker ed ecco avrete la vostra bella colonna sonora con Big Gold Mine, oppure andate pure a ballare in un bel locale honky-tonk magari dalle parti di Fort Worth e 10,000 Acres potrebbe uscire benissimo dagli amplificatori ad allietare le orecchie dei cowboys locali. I testi come dicevano hanno un che di autobiografico, mai banali e molto realistici, poesie ancorate ad esperienze vive e vivide.

Ci sono anche alcune cover, una di queste è di un altro artista fantastico come Vincent Neal Emerson, la movimentata e acustica 7 Come 11, con l’armonica che le dona un tocco quasi blues, non un capolavoro ma molto godibile.

Il Disco è un piccolo gioiello antico, dal sapore retrò, niente che le radio amerebbero trasmettere a meno che non siano di genere o texane ma basterebbe ascoltare l’emozionante ballata If Not The Fool (presente in due versioni) per capire che sarebbe un errore non scoprire questo lavoro di un artista unico nel suo genere, country come si usava una volta e colonna sonora di un modo di vivere che voi credete scomparso come il vecchio West, ma che dalle parti di Bandera o Fort Worth è ancora l’unica maniera di vivere. Grazie a dio.

Buon ascolto! Claudio Trezzani

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