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Dall'archivio:

“Ascoltati da noi per voi” by Trex Roads. Zach Bryan – “Quiet, Heavy Dreams” (2020)

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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La storia di questo ragazzo è molto americana, parecchio. Zach Bryan prima di tutto è un militare e per sei anni ha servito sotto la Marina, nativo dell’Oklahoma è uno dei fenomeni musicali più incredibili ed entusiasmanti della musica country e legata alle radici degli ultimi anni. Un fenomeno nato per caso, suonando le sue canzoni solo chitarra acustica e voce davanti allo schermo di un cellulare e pubblicandole in rete. Boom!! Tantissime visualizzazioni, apprezzamenti sinceri per un’abilità nello scrivere canzoni davvero notevole, storie vere o anche di fantasia ma ancorate alla realtà, alla vita, ai sogni ed anche alle perdite. E’ proprio a causa della perdita della madre, che nel 2019 decide di registrare in maniera totalmente artigianale il disco DeAnn a lei dedicato. 12 pezzi autografi, biografici, struggenti ma pieni di sentimento che sono diventati immediatamente virali e sono arrivati alle orecchie giuste.
 

Case discografiche e produttori, radio e club importanti volevano questo ragazzo dalla faccia pulita e dalla voce potente nelle loro fila. Ecco il suo nuovo manager Danny Kang e mille possibilità come quella di suonare alcuni pezzi nel famoso Studio A di Nashville, assieme al mago delle console country Dave Cobb.

Un vortice che di solito stritola le aspiranti star, le porta verso lidi commerciali, per le orecchie patinate della Nashville tutta lustrini e paillettes. E invece il buon Zach , che finora aveva sempre fatto scelte assolutamente personali e anti-commerciali, ha continuato su questa strada e riuniti gli amici che lo avevano seguito nelle registrazioni casalinghe del precedente disco e registrato con l’aiuto di un laptop 18 canzoni acustiche, asciutte e dirette. Uno schiaffo al commerciale ma un successo vero e inarrestabile il suo Elisabeth uscito all’inizio di questo 2020.

Quel disco aveva tolto a tutti il dubbio che Zach fosse solo un caso fortuito, le canzoni erano di qualità eccelsa, certo non di facile ascolto, non radiofoniche ma ti entravano dentro e ora poteva tranquillamente sedersi allo stesso tavolo che era stato di Cody Jinks, Tyler Childers, Colter Wall o Mickey Lamantia. Artisti che ora sono riferimento per il country indipendente, quello che non ha bisogno di major per raggiungere il pubblico.

Avete presente quando parlavo di scelte non convenzionali per il music business? Ecco questo nuovo disco dal titolo evocativo e dalla copertina gioiello, è proprio quanto di più anti-convenzionale, uscito lo stesso anno di un lavoro di successo e soprattutto è un EP. Composto da solo 6 pezzi, come si usa quando si cerca di iniziare una carriera e non si hanno tanti mezzi a disposizione. E se pensate che il tutto è stato scritto e registrato mentre Bryan prestava servizio presso lo zio Sam, allora capirete che il talento nello scrivere canzoni di questo ragazzo è eccezionale, unico.

Basta ascoltare la prima, Let You Down, uno dei due pezzi che l’artista aveva già fatto girare su YouTube, per capire che il suono è asciutto ma diretto, un folk-country da cantastorie che la produzione casalinga aiuta ad essere libero e ad entrare nella testa dell’ascoltatore e a non lasciarlo più. Non si sente la mancanza di arrangiamenti elaborati, la qualità delle canzoni basta da sola ad entusiasmare le orecchie, Crooked Teeth la successiva ha un groove che cattura, avvolge l’anima con un appeal da moderno menestrello medievale.

Meravigliosa e struggente la ballata November Air, con la sua voce intensa e malinconica che ci guida verso un pezzo che avrebbe benissimo stare in quello che aveva dedicato alla scomparsa della madre.

Birmingham è l’altro pezzo che girava da tempo sulla rete e aveva già avuto, meritandosele, più di un milione di visualizzazioni, chitarra acustica che graffia l’aria mentre Zach Bryan ci racconta la storia di un assassinio, il violino incastonato fra la voce e la sei corde è perfetto, così come il coro, una bella cavalcata country quasi western, come la successiva Travelling Man. La prateria di fronte a noi, l’armonica e la voce, mentre scappiamo dalle cose abbiamo dentro. Bellissima e dannatamente western anche lei, registrata così com’è stata pensata, asciutta e diretta ma perfetta. Non gli manca nulla.

Il disco si chiude con la title-track che mantiene il livello del disco, una ballata che la voce dell’artista rende unica, intensa e mai banale. La produzione di Eddie Spear ha solo aiutato in piccoli dettagli ma non ha tolto quella sensazione di canzoni cantate per la famiglia sotto il portico davanti ad un falò. Quella sensazione che ha creato il successo di questo ragazzo della Marina, che viaggiando sulla sua strada ha conquistato i cuori degli amanti della vera musica country, senza aiuti, senza major e senza esperti di musica commerciale a deviarne gli obiettivi. Da sentire e risentire, fidatevi.

 

Buon ascolto,

Claudio Trezzani by Trex Roads  www.trexroads.altervista.org

 

(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link : https://trexroads.altervista.org/quiet-heavy-dreams-zach-bryan-2020/ )

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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