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“ASCOLTATI DA NOI PER VOI” by Trex Roads Cody Jinks – “Red Rocks Live” (2020)

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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La musica indipendente, quella senza il supporto delle grandi radio, delle grandi major e della stampa zerbino, ha il suo combustibile nell’amore dei suoi fans. Cody Jinks è esponente di maggior successo della scena indipendente americana, non solo per la bellezza delle sue canzoni o per il suo talento, ma perché lui è un tutt’uno con i suoi fans, anzi lui è uno di loro. La sua storia ve l’ho raccontata in questo precedente articolo nel mio blog e non starò a ripeterla, per non risultare ridondante, ma va assolutamente scoperta ( https://trexroads.altervista.org/cody-jinks-viaggio-texano-dallheavy-metal-alloutlaw-country/ ) ed ha il suo sbocco naturale in questo live. I live di Jinks sono leggendari, conoscenti americani me li raccontano con enfasi e mi dicono che sono un’esperienza indimenticabile. Ecco a tutto questo aggiungeteci la cornice più leggendaria che riuscite ad immaginare ed avrete Red Rocks Live. La cornice di cui sopra è l’arena costruita vicino a Denver, Colorado alla base di una grande roccia rossa, una delle location per concerti più scenografica che esista. Un concerto per chi lo ha vissuto davvero pazzesco, un’energia e un sentimento che annulla la distanza fra artista e pubblico e amplificata da uno scenario naturale mozzafiato (per inciso meriterebbe un bel blu-ray e una TV ad alta definizione, ma questa è un’altra storia).

Il concerto srotola 23 successi di Jinks, una sorta di greatest hits per i posteri ma con il pubblico a rendere unico il tutto, i pezzi da studio sono stupendi ma con la partecipazione della famiglia diventano perfezione e opera d’arte. Dove lo trovate un artista che chiama il suo fan club ufficiale, il Fam Club. Ecco è tutto qua, una famiglia e il live ne è la conseguenza. Immaginatevi al concerto di un vostro fratello o di vostro padre o figlio e pensate a come partecipereste, alle emozioni che sprigionerebbe la musica in voi.

Ecco l’effetto è lo stesso, perchè qui a Red Rocks sembrano tutti fratelli e sorelle di Cody Jinks, anche se dobbiamo dire che la sua vera famiglia c’è davvero e sua mamma canterà con lui nella meravigliosa Mamma Song. Un duetto che varrebbe da solo l’acquisto e l’ascolto di questo live, il significato vero della sua musica è tutto qua. Da sottolineare poi la qualità del suono dell’intero live : perfetto. In un disco dal vivo di solito c’è questa paura, che manchi la partecipazione del pubblico per mettere in risalto la musica o al contrario che la musica risulti troppo poco importante rendendo difficile ascolto. No il bilanciamento è perfetto, crederete di essere là con lui da qualche parte nel mezzo.

Si parte subito con un classico, Must Be The Whiskey e si capisce che non solo lui è in grandissima forma, non solo il pubblico è un monolite emozionale ma la band è sul pezzo, eccome se lo è. I Tonedeaf Hippies da studio sono maestri ma dal vivo sono incontenibili e buttano sul piatto una prestazione all’altezza del loro boss. Oltre alla madre di Cody, in Big Last Name partecipa anche il grande cantautore Paul Cauthen, in un pezzo di honky tonk scatenato dove è sempre il pubblico la marcia in più.

Canta tutti i testi in ogni canzone ma è quando Jinks lascia volontariamente il microfono per sentire la folla che tutto ha un senso, ve lo dicevo è uno di loro e l’inno di questo sentimento è Somewehere In The Middle, dove anche se non si è un Flocker (così si chiamano i fans del grande texano) ci si sente parte di qualcosa e non solo spettatori paganti, c’è gente che ha fatto migliaia di km, ha scalato montagne per essere qui in Colorado e proprio la canzone dedicata a questo meraviglioso stato è una delle punte più alte del disco (scritta assieme all’amico artista sopraffino Ward Davis, trovate qui su Magazzini Inesistenti la mia recensione del suo meraviglioso disco http://www.magazzininesistenti.it/ward-davis-black-cats-and-crows-2020-di-claudio-trezzani/ ). Ma come non citare un altro pezzo scritto con Davis, I’m not the Devil, che la folla attende con trepidazione e rende pressoché perfetto cantando con lui ogni singola parola e abbracciandolo virtualmente all’ombra di una roccia rossa come la stupenda copertina, che è la perfetta presentazione di questo disco : Cody Jinks che sembra parte di quella folla e la natura a fare da sfondo ad una serata stupenda. Cast No Stones è quella ballata che scioglie i cuori, le cui parole sono come quelle pietre che non bisognerebbe mai scagliare, capolavoro assoluto ma poi inizia la sua canzone più amata, quella che tutti aspettano, il suo manifesto Hippies and Cowboys e allora tutto esplode, band pubblico sentimenti. Un’esecuzione da manuale, chitarre pedal-steel e ritmica, una voce mai così in forma.

Un pezzo che dovrebbe diventare patrimonio musicale dell’umanità. Un concerto perfetto chiuso con un altro gioiello, Loud and Heavy, una delle sue canzoni più amate e che come sempre ha nelle liriche mai banali, sincere e dirette il segreto. Cody Jinks non inventa nulla ma è un riferimento assoluto di quel mondo country indipendente che ora lo venera e che dimostra quanto quella Nashville che lo ha rifiutato anni fa ha ormai perso il contatto con quello che la gente ama e vuole sentire. Il vero country è questo, la vera musica folk è questa e se non vi fidate ancora mettete sul piatto questo doppio album dal vivo e fatevi anche voi rapire da un ragazzo barbuto texano che ha creduto sempre in se stesso e nella sua musica anche quando sarebbe stato più facile fare quello che “gli addetti ai lavori” gli chiedevano. Una sorta di eroe popolare, uno che non ha dei fans ma ha una famiglia e sono orgogliosamente parte di questa famiglia. Lunga vita a Cody Jinks, lunga vita ai Flockers!

Buon ascolto,

Claudio Trezzani by Trex Roads  www.trexroads.altervista.org

 

(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link : https://trexroads.altervista.org/red-rocks-live-cody-jinks-2020/

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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