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“ASCOLTATI DA NOI PER VOI” . A cura di Claudio Trezzani 49 Winchester – “III” (2020)

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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Non esiste un genere nella musica come il country così influenzato dal posto in cui lo si suona e lo si impara; l’aria, le montagne, l’acqua e le strade tutte sono parte del processo che porta alla nascita di un sound e dei brani. Ecco basta vedere il nome della band di questi 5 musicisti per capire quanto le loro radici e le loro case siano importanti per la loro musica : la via dove sono nati e cresciuti laggiù nella Virginia, fra i Monti Appalachi e il fiume Clinch. Un country quello che sgorga in note da questi 10 pezzi suonato in maniera molto personale, un mix sapiente e mai banale di country, roots, rock e blues con una spruzzata di bluegrass, nella terra dove si dice il country sia nato.

I 49 Winchester sono composti dal cantante e chitarrista acustico Isaac Gibson (che compone anche tutti i brani), Noah Patrick alla pedal-steel guitar, Bus Shelton alla chitarra, Dillon Cridlin alla batteria e Chase Chafin al basso e sono arrivati al terzo disco (come potrete intuire dal titolo) e hanno raggiunto ormai una maturità di sound e produzione davvero rimarcabili.

Un suono oscillante fra il sentimento malinconico del country ma innaffiato dal sapore del sud e del blues rock, un suono alternative (come usano dire gli intellettuali) che piace da subito, premete play e il primo brano Long Hard Life vi prenderà subito con un riff  di chitarra tagliente e divertente , con la tastiera ad accompagnare la voce da countryman consumato di Gibson. Un pezzo che mette voglia di prendere la macchina e farsi un bel on the road sotto il sole, se non fosse che la successiva Everlasting Lover rallenta considerevolmente il ritmo, una struggente ballata country acustica, con la voce sugli scudi, una prestazione davvero notevole di Gibson. Una canzone che parla d’amore ma non mielosa o stucchevole ma vera e asciutta, impreziosita da un suono di chitarra pressoché perfetto. Forse una delle gemme di questo bellissimo disco.

La produzione di Kenny Miles ha fatto un lavoro stupendo assieme alla band, non invasiva ma una guida sicura, Raleigh ne è un esempio lampante, arrangiamento perfetto per un’altra ballata malinconica, non la classica country ma quasi un lento dalle tinte blues rock.

Il country quasi da saloon riappare in It’s a Shame, dove il lavoro della pedal-steel di Patrick ci fa viaggiare nel tempo e ci ricorda che è pur sempre una band che deve tantissimo al classico country, alternativa si ma sempre aggrappata ad uno scintillante passato.

 

Il convincente disco si chiude con Get Clean, un affresco country rock polveroso molto intenso, una cavalcata western si ma con una tastiera hammond alle calcagna. Ancora una volta è da rimarcare il lavoro fantastico delle chitarre e della bellissima ugola del sud di Isaac Gibson, qui c’è del puro talento e la gavetta ha dato i suoi frutti. Si meritano senz’altro un posto al sole fra le band country rock americane, un genere tornato ad avere il successo di pubblico che merita anche grazie alle produzioni indipendenti e alla rete, spero con questa recensione di potervi aprire una piccola finestra sul mondo di una band che merita la vostra attenzione.

 

Buon ascolto,

Claudio Trezzani

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