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Dall'archivio:

Arrestati tra Bareggio e Pioltello i ladri di soldi destinati ai bancomat

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Questa mattina i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma hanno eseguito due provvedimenti di custodia cautelare in carcere, emessi dal Giudice delle Indagini Preliminari di Asti a carico di sei persone e dal Giudice delle Indagini Preliminari di Parma, a carico di una persona, tutte di origine sudamericana: furto aggravato dall’essere stato commesso da più di tre persone e valendosi di mezzi fraudolenti il reato contestato dai Pubblici Ministeri di Asti e Parma; fattispecie in concorso, aggravata, per alcuni degli indagati, dalla recidiva specifica ed infraquinquennale. Gli indagati sono stati catturati a Pioltello e Bareggio.
Le indagini hanno preso il via il 7 dicembre 2017, allorquando il vice direttore dell’agenzia BNL di Piazza Garibaldi di Parma denunciava il furto, avvenuto intorno alle ore 13.00, di due sacchi – recapitati poco prima da personale delle vigilanza privata – contenenti 120 mila euro destinati ad alimentare il bancomat.

Dell’episodio, insolito per le modalità di esecuzione, si occupavano i militari del Nucleo Investigativo: conclusi i rilievi tecnici ed acquisite le deposizioni dei presenti al fine di ricostruire l’esatta dinamica della vicenda, l’attenzione investigativa si concentrava su tre soggetti, di origine sudamericana su cui convergevano i sospetti degli impiegati.
Dai fotogrammi estrapolati dall’impianto di video sorveglianza emergeva che un minuto dopo l’ingresso in banca del portavalori, alle ore 12.51, vi accedevano due persone, un uomo ed una donna – a viso scoperto – sostando nell’atrio dell’istituto. Dopo circa 2 minuti vi entrava un altro uomo che fermandosi anche egli nell’atrio, scambiava gesti d’intesa con i primi due. Tutti erano muniti di auricolare e per quanto poi accertato, in comunicazione tra loro tramite conference call.

Quindi, mentre i primi due soggetti si dirigevano verso gli sportelli di cassa distraendo gli impiegati, il terzo complice, attraverso una porta laterale entrava nella parte posteriore del box e si impossessava delle borse contenenti il denaro, posizionate su un bancone distante circa 2 metri dalla postazione del cassiere.
Successivamente, i tre uscivano dalla banca dileguandosi rapidamente.
La dinamica del furto per modalità e rapidità di esecuzione evidenziava chiaramente l’elevata professionalità dei malviventi (l’intervento era stato pianificato nei dettagli e preceduto sicuramente da accurati sopralluoghi) verosimilmente maturata in analoghi fatti delittuosi.

L’intuizione veniva premiata: si accertava infatti che, poche settimane prima, il 18 ottobre, un furto analogo era stato consumato presso l’UBI banca di Alba in provincia di Asti (sottratti1500 franchi svizzeri; 1325 sterline inglesi; 1997 dollari USA; 4 cambiali per un valore di 425 euro). Dagli accertamenti relativi a quest’ultimo episodio, si evinceva chiaramente che il soggetto che materialmente apprendeva le borse contenente il denaro a Parma corrispondeva ad uno degli agenti presso la UBI Banca: addirittura indossava in entrambe le occasioni lo stesso maglione. Anche ad Alba i malviventi erano in contatto tra di loro mediante auricolari.
L’ esame di migliaia di dati di traffico telefonico consentiva di rintracciare una utenza presente in entrambe le città, in circostanze di tempo compatibili con gli eventi criminosi.

L’attività tecnica subito intrapresa consentiva di agganciare i sospetti ma non di identificarli compiutamente atteso che le utenze risultavano ovviamente associate a soggetti stranieri, non censiti, attivate nell’immediatezza degli episodi criminosi.
Ma anche i migliori commettono degli errori: il 3 febbraio 2018, dal tenore delle conversazioni, i Carabinieri ritenevano fondatamente di aver localizzato il gruppo a Padova dove si accingevano a preparare un altro colpo: “la banca è buona”, “ ci sono due casse”, “ entri diritto a destra e c’è la cassa grande”, “cerca la porta dove ci sono le cassette di sicurezza”, le frasi dal contenuto inequivoco intercettate. Immediata trasferta in Veneto e gli investigatori riconoscevano in via Emanuele Filiberto di Padova l’autore del furto nell’agenzia BNL di Parma, nonostante avesse tagliato i vistosi baffi che portava nel dicembre 2017. La serrata attività di pedinamento consentiva di individuare ed identificare anche i complici che, a bordo di un’autovettura, venivano controllati su input dei Carabinieri di Parma dai colleghi di Padova. Nelle circostanza si riscontrava l’uso delle utenze monitorate dai parte dei soggetti in argomento. Anche la macchina sulla quale venivano fermati, una Focus, risultava ripresa il 7 dicembre 2017 dal sistema varchi di controllo ZTL di Parma in orario compatibile con il furto consumato in danno della BNL.

Il cerchio era ormai stretto intorno agli indagati: l’analisi dei dati presenti negli archivi consentiva di appurare inoltre che tre di essi erano stati controllati a bordo di un’autovettura segnalata a Parma in occasione di un furto presso un’azienda avvenuto l’1 settembre 2017 (sottratti 3 carte di credito ed 1 di debito aziendali; 315 euro in contanti; un pc portatile; una patente di guida, una carta di credito ed bancomat di persona fisica): l’acquisizione dei filmati registrati nella circostanza, consentiva di riconoscerli e di far luce anche su questo episodio.

Infine, a conferma dello spessore criminale transnazionale degli indagati, si segnala che uno dei destinatari del provvedimento cautelare lo scorso mese di agosto è stato estradato nella Corea del Sud per analoghi reati. Importante nella fase esecutiva il contributo della Tenenza Carabinieri di Pioltello e della locale polizia Municipale.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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