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Arconate: rapina in gioielleria, arrestata la banda, sequestrati anche hashish e marijuana

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ARCONATE-  Nella mattinata di oggi 25 settembre 2020, i Carabinieri della Compagnia di Legnano hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal GIP del Tribunale di Busto Arsizio Dott.ssa Tiziana Landoni, su richiesta del Pubblico Ministero Dott.ssa Susanna Molteni, a carico di quattro persone, tre uomini ed una donna, tra i 27 ed i 49 anni, responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, del reato di rapina aggravata nonché di detenzione e porto di arma clandestina. I fatti contestati dalla Procura si riferiscono ad una rapina perpetrata l’11 settembre 2019 ad una gioielleria sita nel comune di Arconate (MI), nel corso della quale vennero asportati orologi, monili e gioielli di vario genere, per un valore complessivo di oltre 50.000 euro. Le indagini condotte dai Carabinieri di Legnano, intervenuti sul posto nell’immediatezza unitamente ai colleghi della Stazione di Busto Garolfo, hanno consentito di raccogliere univoci e determinanti elementi di responsabilità a carico di tutti e quattro gli arrestati.

Alle ore 19:30 circa dell’11 settembre 2019, due uomini armati di pistola e travisati da caschi integrali, sopraggiunti ad Arconate (MI) a bordo di una motocicletta di grossa cilindrata, irrompevano all’interno della gioielleria “DI PASQUALE”, approfittando dell’uscita, quasi in orario di chiusura, di una cliente. Gli uomini, minacciando con la pistola sia la titolare che l’avventrice, saccheggiarono il negozio di preziosi, apparentemente costringendo la cliente a raccogliere i preziosi presenti sul bancone e nella cassaforte posta nel retro, riponendoli in un borsone nero. Appena raccolti tutti i gioielli ed il contante presente, i due, soprannominati “fantino” il conducente della moto e “Goldrake” il suo complice, per le fattezze fisiche esili per il pilota e robuste per l’altro, fuggivano a bordo della motocicletta, facendo perdere le proprie tracce.

Nella circostanza una passante riusciva a scattare una foto della motocicletta utilizzata per la fuga, poi rivelatasi assai utile agli investigatori benché con targa contraffatta. La visione delle immagini dell’impianto di videosorveglianza interno ed esterno della gioielleria evidenziava però una serie di circostanze particolari e curiose. La cliente, che a detta della titolare della gioielleria, non era abituale, si era presentata a ridosso dell’orario di chiusura e, dopo aver chiesto alcune informazioni, non aveva acquistato nulla. Uscendo dalla gioielleria, si era fatta aprire la porta dalla titolare indugiando poi a parlare con la donna per alcuni minuti, tenendo l’anta aperta e veniva poi spinta dai rapinatori al momento della loro irruzione.

L’analisi della storia personale della “cliente” 34enne, residente a Buscate (MI), che aveva precedenti per furto, soprannominata dagli investigatori “mosca” per il suo ruolo da esca nella vicenda, il fatto che il marito convivente, 38enne soprannominato “cazzuola” per pregressi lavori da manovale, avesse precedenti per rapina ed alcuni ulteriori approfondimenti, permettevano di identificare i dure rapinatori in quanto loro conoscenti, anch’essi gravati da precedenti specifici: un 49enne cittadino italiano con precedenti per reati contro il patrimonio (fantino) e un 27enne cittadino albanese con precedenti per reati contro il patrimonio (goldrake), entrambi residenti a Varese. Nel corso delle indagini veniva inoltre effettuata, sull’intero territorio di competenza, una verifica preliminare in vari “Compro Oro”, presso i quali venivano rinvenuti numerosi oggetti rapinati consegnati dalla “cliente”, dal marito e dal cittadino albanese.

Le attività di intercettazione telefonica effettuate successivamente, permettevano di accertare la frequentazione tra i quattro e di captare discorsi talvolta molto chiari, altre volte criptici, in cui i soggetti parlavano, ad esempio, della consegna di alcuni oggetti ad un “compro oro” e dei proventi della vendita dei monili rubati. Già in costanza di indagine, alla fine dello scorso anno, furono effettuate delle perquisizioni domiciliari a carico degli odierni arrestati che permettevano di rinvenire numerosi oggetti provento della rapina e, presso l’abitazione di “cazzuola” e “mosca”, la pistola utilizzata, avente matricola abrasa, un passamontagna di colore nero e due paia di guanti da giardiniere. Già in quella circostanza  “cazzuola” venne arrestato per detenzione di arma clandestina. Presso l’abitazione di “fantino”, veniva inoltre rinvenuta della sostanze stupefacenti, motivo per il quale anch’egli veniva tratto in arresto in flagranza per detenzione di sostanze stupefacenti.

Nella mattinata odierna, nel corso delle perquisizioni eseguite al momento dell’esecuzione dell’ordinanza, all’interno dell’abitazione della coppia (“cazzuola” e “mosca”) erano presenti i due figli minori, che venivano temporaneamente affidati al nonno paterno, in attesa del coinvolgimento dei Servizi Sociali. Parallelamente all’atto dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, nell’effettuare la perquisizione alla dimora di “goldrake”, dove conviveva con lui la fidanzata 28enne albanese, venivano rinvenuti circa 3.5 kg di sostanza stupefacente del tipo hashish e 1 kg di sostanza stupefacente del tipo marijuana, motivo per il quale entrambi venivano tratti in arresto in flagranza per detenzione di sostanze stupefacenti. Gli arrestati venivano associati alle case circondariali di Varese, Busto Arsizio e San Vittore. (comunicato ricevuto)

 

 

 

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