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Antonello Messina a palazzo Reale, sino al 2 giugno – di Alessandra Branca

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MILANO – Antonello da Messina (1430-1479) è considerato il più grande ritrattista del Quattrocento e il progetto a lui dedicato si propone come un’occasione unica per poter ammirare la maggioranza delle opere dell’artista siciliano giunte fino a noi. La mostra è a palazzo Reale di Milano, sino al 2 giugno prossimo.

Sono infatti esposte 19 opere del grande Maestro, su 35 che ne conta la sua autografia: a cominciare dall’ ”Annunciata” (1475 circa), autentica icona, sintesi dell’arte di Antonello, uno dei più alti capolavori del Quattrocento italiano; le eleganti figure di “Sant’Agostino” (1472-1473), “San Girolamo” (1472-1473) e “San Gregorio Magno”(1470-1475), forse appartenenti al “Polittico dei Dottori della Chiesa”, tutti provenienti da Palazzo Abatellis di Palermo; ma anche il celeberrimo “Ritratto d’uomo” (1465-1476) dall’enigmatico sorriso, proveniente dalla Fondazione Culturale Mandralisca di Cefalù, oggetto di vari restauri e conosciuto nella tradizione locale come “Ignoto marinaio”. Dalla National Gallery di Londragiunge a Milano un altro capolavoro, il “San Girolamo nello studio” (1474-1475), in cui si armonizzano ispirazioni classiche e dettagli fiamminghi; ma ricordiamo anche la “Crocifissione” (1460 circa)proveniente dal Museo nazionale Brukenthal di Sibiu in Romania; il “Ritratto di giovane” (1474) dal Philadelphia Museum of Art, la “Madonna col Bambino” (1475 circa) dalla National Gallery di Washington; il “Ritratto di giovane uomo” (1478) dal Museo statale di Berlino.

Dagli Uffizi arriva l’importantissimo Trittico che comprende: la “Madonna con Bambino”, il “San Giovanni Battista” e il “San Benedetto”; dalla Pinacoteca Malaspina di Pavia giunge il ritratto di giovane gentiluomo (“Ritratto d’uomo” 1468-1470, a lungo considerato il vero volto dell’artista), già pienamente antonelliano per inquadramento, sfondo, postura e soprattutto attitudine leggermente ironica del personaggio: trafugato dal museo nella notte fra il 10 e l’11 maggio 1970 fu recuperato sette anni dopo dal nucleo di Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri; dal Collegio degli Alberoni di Piacenza il celebre “Ecce Homo” (“Cristo alla colonna”) (1473-76). E ancora il “Ritratto d’uomo” (Michele Vianello?) (1475-1476) dalla Galleria Borghese di Roma, il poetico “Cristo in pietà sorretto da tre angeli” (1474-1476 circa) dal Museo Correr di Venezia, “Ritratto d’uomo” (anche detto “Ritratto Trivulzio” – 1476) dal Museo Civico d’Arte Antica, Palazzo Madama di Torino.

Il percorso espositivo si conclude con la “Madonna con il Bambino” (1480), proveniente dall’Accademia Carrara di Bergamo, opera del figlio Jacobello di Antonello eseguita l’anno seguente la morte del padre. Jacobello faceva parte della bottega del padre e si fece carico di completare l’opera da lui cominciata, firmandosi, come offerta di devozione filiale, come il figlio di “pittore non umano”, quindi divino.

Una sezione della mostra ricostruisce le vicende della Pala di San Cassiano, testo fondamentale per la storia dell’arte italiana; mentre consacrata al mito di Antonello nell’Ottocento viene esposta la tela di Roberto Venturi “Giovanni Bellini apprende i segreti della pittura a olio spiando Antonello” (1870)dalla Pinacoteca di Brera: la tela, conservata al Tribunale di Milano, è stata restaurata in occasione di questa esposizione.

La mostra ha inoltre una guida d’eccezione: il grande storico dell’arte Giovan Battista Cavalcaselle (1810-1897) che, attraverso i Cavalcaselle Giovan Battistasuoi appunti e disegni, conduce il visitatore alla scoperta di Antonello da Messina. Grazie alla collaborazione con la Biblioteca Marciana di Venezia, sono infatti esposti in mostra 19 disegni – 7 taccuini e 12 fogli, dei quali alcuni su doppia pagina – attraverso i quali è possibile seguire la ricostruzione del primo catalogo di Antonello.

Un focus della mostra è dedicato al rapporto dell’artista con la sua città natale e alle poche tracce rimaste della sua vita, a causa dei numerosi tragici eventi naturali, in particolare i terremoti, che ne hanno causato in gran parte la sparizione e distruzione.

Il catalogo della mostra è pubblicato da Skira e contiene, oltre alle immagini delle opere esistenti e riconosciute di Antonello da Messina, una “Sezione storico artistica” con i saggi di Giovanni Carlo Federico Villa, Renzo Villa e Gioacchino Barbera; e con cinque testi letterari di Roberto Alajmo, Nicola Gardini, Jumpa Lahiri, Giorgio Montefoschi e Elisabetta Rasy. Concludono il volume gli “Apparati” con Biografia e Bibliografia ragionata.

LO SCAMBIO TRA MILANO E PALERMO : dal Museo del Novecento a Palazzo AbatellisPalazzo Abatellis Palermo
Mentre a Milano nei prossimi mesi si potrà godere della straordinaria mostra di Antonello da Messina, a Palermo sarà possibile ripercorrere le tappe fondamentali della ritrattistica italiana del XX secolo, grazie a una piccola ma preziosa mostra progettata dal Museo del Novecento di Milano in collaborazione con Palazzo Abatellis. Il Museo del Novecento ha infatti ideato, partendo dal celeberrimo busto di Eleonora d’Aragona realizzato da Francesco Laurana, uno dei capolavori simbolo della Galleria Regionale di Palazzo Abatellis di Palermo, un’esposizione dal titolo “Il ritratto italiano del XX secolo dalle raccolte civiche”, che cerca di instaurare un dialogo ideale tra la famosa scultura realizzata nel Quattrocento e un prezioso nucleo di ritratti di alcuni dei più importanti maestri del Novecento, provenienti dalle raccolte civiche milanesi. (Le date della mostra “Il ritratto italiano del XX secolo dalle raccolte civiche” e il progetto scientifico completo sono in fase di definizione e verranno presentati prossimamente).

L’assessore alla Cultura di Milano Filippo Del Corno: “Questa mostra storica, la cui realizzazione è stata possibile grazie alla collaborazione con molte diverse istituzioni, italiane e internazionali, vede riunite per la prima volta a Milano ben diciannove opere di Antonello da Messina, proponendo al pubblico il racconto affascinante di un artista innovatore dei suoi tempi, il cui carisma è giunto intatto sino a noi”.

Il direttore di Palazzo Reale, Domenico Piraina, sottolinea invece la difficoltà e la particolarità del lavoro sotteso alla realizzazione di una mostra di arte antica, in particolare per quegli autori, come il Messina, di cui rimanga un corpus limitato e disperso in molti e diversi luoghi ed enti; un lavoro impegnativo e da considerarsi del tutto straordinario poiché allestire una mostra non è soltanto (si fa per dire) un progetto logistico ma un progetto di carattere scientifico, filologico e critico. Una mostra di livello richiede un apparato filologico e critico di livello. Inn questo caso una pietra miliare dell’esegesi sull’artista del Quattrocento, caposaldo della intera storia dell’arte pittorica.

Credito all’importanza di questa mostra antonelliana meneghina viene anche dallo stesso presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci che così dichiara: “La mostra che Milano dedica ad Antonello da Messina richiama il legame forte fra le due realtà, pure assai diverse. Da Verga a Vittorini a Sciascia a Consolo, la Sicilia della cultura trova e dona impulso al capoluogo lombardo. Dalla città meneghina fu richiesto e atteso l’artista Antonello, già riconosciuto grande al suo tempo. Non fu facile già per gli antichi storiografi enumerare le sue opere, ed è altrettanto difficile ad oggi portare in mostra i suoi dipinti. La mostra di Palazzo Reale a Milano realizza questo obiettivo, a partire dalla Annunciata di Palazzo Abatellis, punto di arrivo e sintesi del percorso individuale artistico di Antonello e, al tempo stesso, opera simbolo dei valori assoluti dell’arte pittorica”.
Una curiosità: forse non sapete che il Cavalcaselle è un caposaldo della storia della critica d’arte: conoscitore, ri-conoscitore, filologo d’arte e pietra miliare del Giovan Battista Cavalcaselleconcetto di conservazione artistica, nacque a Legnago il 22 gennaio 1819 e perì a Roma il 31 ottobre 1897. Fu un fervente mazziniano, partecipò al 1848 italiano e per questo fu condannato in contumacia dagli austriaci; riparò a Roma continuando la lotta per la Repubblica; fu poi costretto a riparare a Londra ove però fiorì la sua attività di studioso d’arte, insediato nel 1853 grazie alla sua profonda conoscenza degli antichi maestri italiani nella Select Committee della giovane National Gallery di Londra . Fu tra i primi studiosi e divulgatori dell’arte fiamminga, in sodalizio con Joseph Archer Crowe; e proprio da qui, dalla National, attribuì, sottraendolo alla attribuzione fiamminga, il dipinto di San Girolamo nello Studio ad Antonello da Messina. Quest’anno ne ricorre il bicentenario dalla nascita ed a lui è stato dedicato un  annullo filatelico ed una cartolina celebrativa.
Alessandra Branca


ORARI

Lunedì: 14.30 – 19.30 (8.30 – 14.30 solo scuole)
Martedì – Mercoledì – Venerdì – Domenica: 09.30 – 19.30
Giovedì e Sabato: 09.30 – 22.30

Prezzo entrata:  (audioguida inclusa / prevendita esclusa)

Intero € 14
Ridotto € 12
Abbonamento Musei Lombardia € 10
Ridotto speciale € 6
Biglietto Famiglia: 1 o 2 adulti € 10 / ragazzi dai 6 ai 14 anni € 6,00

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