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Ancora sul ritorno del lupo nel Parco del Ticino

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MAGENTA – Grazie al foto –trappolaggio, lo scorso maggio, è stata accertata la presenza di un esemplare di lupo (Canis lupus L., 1758) nella zona centrale del Parco del Ticino. Come accertato dal professor Alberto Meriggi dell’Università di Pavia e dalla dottoressa Olivia Dondina dell’Università Bicocca di Milano, si tratta di un individuo ascrivibile, dalle caratteristiche morfologiche, alla sottospecie italiana (Canis lupus italicus Altobello, 1921), probabilmente in fase di dispersione, alla ricerca di nuovi territori. Dal punto di vista scientifico, questa rappresenta una notizia di eccezionale importanza, soprattutto se inserita nel contesto più ampio della dinamica di distribuzione del lupo in Italia.

Un po’ di storia
All’inizio del secolo scorso, infatti, il lupo era presente su gran parte del territorio italiano. Successivamente, a causa della distruzione dell’habitat, della contrazione della distribuzione e dell’abbondanza degli ungulati selvatici e della persecuzione diretta da parte dell’uomo nei confronti della specie, la popolazione italiana di lupo è andata incontro ad una fase di forte declino. All’inizio degli anni ’70 la popolazione della specie in Italia ha raggiunto il suo minimo storico, arrivando a contare un massimo di 100 individui concentrati in piccoli nuclei isolati nell’Appennino centro-meridionale. A partire dall’inizio degli anni ’80, la popolazione di lupo inizia a riprendersi e a ricolonizzare l’arco appenninico verso Nord. Questo processo è riconducibile all’elevata capacità di dispersione e versatilità ecologica del lupo, al progressivo abbandono delle zone rurali da parte dell’uomo, alla conseguente ripresa delle popolazioni di ungulati selvatici e all’adozione di politiche nazionali e internazionali di conservazione atte a proteggere la specie.
Attualmente l’areale italiano del lupo comprende tutta la catena appenninica e le Alpi occidentali, con presenze e casi di riproduzione segnalati anche nei settori alpini centrale e orientale. La colonizzazione dell’arco alpino è dovuta all’espansione della popolazione appenninica ed è ancora in atto con un flusso di individui in dispersione da Ovest verso Est.
La porzione alpina della popolazione italiana di lupo è stimata attorno ai 150 individui e quella appenninica a 1580 unità (da un minimo di 1070 a un massimo di 2472) (Boitani e Salvatori 2015), con una tendenza demografica positiva. L’attuale popolazione di lupo italiano è caratterizzata da una bassa diversità genetica e da un elevato grado di inbreeding, che, sul lungo periodo potrebbero precludere la sopravvivenza dell’intera popolazione. Per ridurre la severità delle conseguenze legate a questi fenomeni, è di fondamentale importanza che la popolazione italiana di lupo riesca a completare la colonizzazione dell’arco alpino verso est, così da congiungersi con la popolazione slovena, e, di conseguenza, con l’intera popolazione balcanica, interrompendo la condizione di isolamento che ha interessato la popolazione italiana nel corso dell’ultimo secolo.

Il Parco del Ticino importante corridoio ecologico
Alla luce di ciò, appare chiara l’importanza dell’accertamento della presenza del lupo all’interno del Parco del Ticino, poiché questa conferma che le aree del Parco sono caratterizzate da un livello di naturalità tale da garantire l’effettiva capacità del Parco di svolgere il ruolo di corridoio ecologico tra Alpi e Appennini per questo grande predatore. In particolare, data la sua posizione strategica, la Valle del Ticino ha un ruolo chiave all’interno delle dinamiche di distribuzione del lupo nel nostro paese, costituendo una scorciatoia diretta in grado di facilitare il movimento di individui dall’arco appenninico verso Nord, direttamente in corrispondenza del fronte di colonizzazione sull’arco alpino.

“Questi risultati sono il frutto del lavoro di oltre 40 anni del Parco a tutela del territorio, attività alla quale hanno contribuito tutti i Comuni dell’Ente – commenta il presidente del Parco del Ticino, Gian Pietro Beltrami -. Questa segnalazione conferma ed esalta il ruolo di corridoio ecologico del Parco del Ticino. Oltre al lupo, grande predatore che torna in questo territorio dopo secoli di assenza, negli ultimi anni è stato accertato come altri animali utilizzino il territorio del Parco per raggiungere nuovi habitat. E’ il caso del picchio nero , che viaggia da nord verso sud, e dell’istrice che invece percorre il parco del Ticino da sud verso nord”.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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