― pubblicità ―

Dall'archivio:

Amore & apprendimento. A cura di Irene Bertoglio

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Un bimbo della Scuola Primaria che seguo e che chiamerò di fantasia Alberto – molto dolce e un po’ insicuro – è accompagnato in studio dalla sua mamma e dal fratello, di pochi anni più grande. Mentre tengo la lezione di rieducazione della scrittura, in sala d’attesa i due leggono moltissimo. Terminata l’ora di gioco e lavoro mi viene spontaneo sorridere al fratellone dicendogli che, siccome era un lettore così appassionato, avrebbe potuto aiutare lui Alberto nella scrittura.

Passa qualche settimana; il mio bimbo torna: la grafia è esteticamente migliorata, ma l’aspetto più sconcertante non è tanto il risultato scrittorio, quanto il cambiamento nella sfera emotiva di Alberto: l’entusiasmo, la scioltezza, la velocità e la sicurezza di sé emergono dal comportamento, ma anche dall’interpretazione del tratto grafico.

Quando la madre entra, a fine seduta, mi racconta che il maggiore si era dedicato tutte le sere a fare dettati al fratello. Non solo: un giorno era sconfortata perché il bimbo aveva dimenticato a scuola un libro e non avrebbe potuto studiare la lezione per il giorno dopo; lo stava sgridando ma il fratellone è intervenuto: “Mamma, vai a fare le tue cose, a lui ci penso io”. L’argomento in questione era infatti di suo interesse, così cominciò a raccontare ad Alberto quello che sapeva. Il giorno dopo la maestra riferì alla mamma che Alberto non smetteva più di alzare la mano per intervenire.

Quando ho sentito queste cose mi sono venuti gli occhi lucidi e ho pensato che potesse essere bello condividerle con voi. Mi rendo conto che non è una notizia clamorosa, ma semplicità di vita quotidiana. Un fatto che rimarca però ancora una volta quanto apprendimento ed emotività vadano a braccetto. Gli studi scientifici confermano che ricordiamo di più ciò che abbiamo imparato in momenti divertenti e appassionanti. Per questo, qualche anno fa, ho inventato la figura della “Fata Letterina” con cui entravo nelle prime classi elementari a suggerire, con trucchetti e magie, come scrivere bene.

 

 

In un mondo che sottolinea e amplifica la cronaca nera, penso sia utile evidenziare anche la bellezza di un semplice (ma fondamentale!) gesto di amore, come quello del fratello di Alberto. È proprio l’amore che traccia, in maniera definitiva, le nostre vite, in qualunque campo!

 

Irene Bertoglio è scrittrice, grafologa, rieducatrice della scrittura e perito grafico-giudiziario. Per anni ha gestito una struttura nell’ambito formativo ed educativo. Ha tenuto e tiene numerosi corsi di aggiornamento e innovativi progetti sperimentali nelle Scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria, soprattutto di prevenzione della disgrafia e di orientamento scolastico e professionale. È autrice di diversi libri, tra cui, con lo psicoterapeuta Giuseppe Rescaldina: “Il corsivo encefalogramma dell’anima” (Ed. “La Memoria del Mondo”). È direttrice dell’Accademia di Scienze Psicografologiche con sede nel centro di Magenta, che organizza corsi e incontri di psicologia, grafologia, calligrafia e non solo (www.psicografologia.wordpress.com). L’autrice è contattabile all’indirizzo [email protected].

 

*A cura di Irene Bertoglio

 

 

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi