LOMBARDIA – Milano è la città lombarda più virtuosa per quanto concerne il consumo di suolo, nonostante i dati regionali non sorridano, anzi, siano quasi da record negativo. Lo dice il nuovo rapporto Ispra presentato stamattina a Roma. Con quasi 800 ettari persi in un anno (il 20% in più rispetto agli anni precedenti) è infatti la Lombardia a guidare la classifica italiana come regione ‘sciupasuolo’. Principale eccezione proprio Milano, in cui invece il fenomeno secondo il rapporto “appare sotto controllo in virtù delle scelte urbanistiche attuate dal capoluogo (2,3 ettari consumati nel 2020 contro i 123,3 di Roma, nello stesso anno)”.
I dati si riferiscono al 2020, anno del debutto globale del coronavirus, e dicono che proprio in Lombardia, la regione più colpita dalla pandemia, nonostante i blocchi e i rallentamenti delle attività produttive, ciò che non si è mai fermato, anzi ha accelerato, è stato proprio il consumo di suolo. “I dati presentati oggi certificano l’inefficacia delle misure legislative adottate dalla nostra regione per affrontare la piaga ambientale del consumo di suolo” afferma il coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia, Damiano Di Simine, il quale punta il dito contro la logistica industriale, quella “che sembra operare in una terra priva di regole, colonizzando con enormi capannoni vastissime superfici agricole a ridosso delle vecchie e soprattutto nuove autostrade regionali, a partire da Teem e Brebemi, ed ignorando del tutto i tantissimi siti dismessi che invece potrebbero essere reinsediati”.