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Dall'archivio:

Alto Milanese/ Libera ha presentato il dossier “Adesso riutilizziamoli bene!”, la fotografia dei beni confiscati presenti nei comuni del legnanese, in occasione di 25 anni dall’approvazione della legge n.109 del 7 marzo 1996

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LEGNANO/ALTO MILANESE – Si è tenuta  sulla pagina facebook de La Tela di Rescaldina  la conferenza di presentazione del Presidio di Libera di Legnano e della mappatura dei beni immobili e aziendali confiscati alla criminalità organizzata e ubicati nei comuni del legnanese  (Busto Garolfo, Canegrate, Cerro Maggiore, Dairago, Legnano, Nerviano, Parabiago, Rescaldina, San Giorgio su Legnano, San Vittore Olona e Villa Cortese). 

Sono trascorsi venticinque anni dall’approvazione della legge n.109 del 7 marzo 1996 che andava a completare la Rognoni La Torre del 1982 sul versante della restituzione alla collettività dei beni tolti ai mafiosi e dal monitoraggio è emerso che sono ancora pochi i beni effettivamente riutilizzati per finalità istituzionali e sociali previste dalla normativa vigente. La fonte dei dati e delle informazioni è la piattaforma OpenRe.g.i.o dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e sono aggiornati al 1 marzo 2021.

Sono in totale 65 i beni confiscati nel territorio del legnanese, di cui 56 immobili e 6 aziendali. Dei 56 immobili, 26 sono in gestione all’Agenzia nazionale e quindi non ancora destinati per finalità pubbliche o sociali, alcuni dei quali ancora in confisca non definitiva. Mentre 33 sono stati destinati prevalentemente ai Comuni. Delle 6 aziende, solo 2 sono state già destinate ma entrambe alla liquidazione.

Legnano è il comune dove sono ubicati più beni immobili e aziendali confiscati, in totale 28, seguito da San Vittore Olona 13 e da Rescaldina 10. Quattro comuni non presentano beni confiscati sul proprio territorio (Busto Garolfo, Canegrate, San Giorgio su Legnano e Villa Cortese).

Il monitoraggio ha riguardato anche la trasparenza delle informazioni e la pubblicazione nei siti dei Comuni dei beni trasferiti nel proprio patrimonio, secondo quanto previsto dal codice antimafia. Dei 5 Comuni che hanno avuti beni immobili destinati (Legnano, San Vittore Olona, Rescaldina, Dairago e Nerviano) Legnano e San Vittore Olona hanno una sezione specifica sui beni confiscati, Rescaldina indica i beni all’interno nell’elenco generale del patrimonio immobiliare, mentre per Dairago e Nerviano non risulta la pubblicazione dei dati.

I beni destinati al Comune di Rescaldina sono riutilizzati per finalità sociali, solo alcuni beni sono riutilizzati nel Comune di Legnano mentre a San Vittore Olona i beni immobili non sono riutilizzati e alcuni di loro necessitano di interventi di ristrutturazione. E’ da evidenziare che uno degli immobili ubicati a San Vittore Olona, è stato inserito nel bando di assegnazione diretta al terzo settore che l’Agenzia ha pubblicato lo scorso anno.

A venticinque anni dall’approvazione della Legge 109 del 1996- commenta Libera- è certamente possibile fare un bilancio sul riutilizzo sociale dei beni confiscati in Italia, evidenziando innanzitutto le positività di un percorso e di tante esperienze nate grazie alla presenza di beni – immobili, mobili e aziendali – sottratti alla disponibilità delle mafie, delle varie forme di criminalità economica e finanziaria (dal riciclaggio all’usura, dal caporalato alle ecomafie) e di corruzione. Beni che sono diventati opportunità di impegno responsabile per il bene comune. Ma il contributo che il sempre più vasto patrimonio dei beni mobili, immobili e aziendali sequestrati e confiscati alle mafie, alla criminalità economica e ai corrotti può apportare agli sforzi per assicurare una ripresa nel nostro Paese post pandemia, sarebbe sicuramente maggiore se tutti i beni fossero rapidamente restituiti alla collettività e le politiche sociali diventassero una priorità politica a sostegno dei diritti all’abitare, alla salute pubblica, alla sostenibilità ambientale, al lavoro dignitoso ed ai percorsi educativi e culturali.

Nel dossier Libera ha mappato le esperienze di riutilizzo dei beni confiscati per finalità sociali per raccontare una nuova Italia, che si è trasformata nel segno evidente di una comunità alternativa a quelle mafiose, che immagina e realizza un nuovo modello di sviluppo territoriale. Tra le poche presenti sul territorio legnanese, ci sono La Tela (L’Osteria sociale del Buon-essere), gestita dalla cooperativa sociale La Tela che ha avuto in assegnazione un bene confiscato e l’Associazione Cielo e Terra di Legnano.

Il Presidio di Libera, intitolato ad Antonella Valenti (11 anni), Ninfa Marchese (7 anni) e Virginia Marchese (9 anni) barbaramente uccise nel 1971 a Marsala in provincia di Trapani in circostanze mai completamente chiarite – come nell’80% dei casi delle vittime innocenti della violenza criminale e mafiosa – sta preparando un’iniziativa in occasione della XXVI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie il 20-21 marzo rispettando le norme anti-covid in vigore. Seguirà un comunicato.

 

 

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