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Alla ricerca delle origini della Via Crucis del Previati a Castano Primo

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CASTANO – In occasione del centenario della morte dell’artista (nato a Ferrara il 31 agosto 1852) che cadrà il 21 giugno, si è aperta al Castello Estense di Ferrara – e proseguirà fino al 7 giugno – la mostra ‘Getano Previati, tra simbolismo e futurismo’.
Vittorio Sgarbi ha dedicato, alla figura e all’opera di Gaetano Previati, una pagina su ‘Il Giornale’ del 9 febbraio 2020, dove disegna da par suo l’artista, dalla formazione tardoromantica ai nuovi linguaggi, fino all’ultima svolta divisionista.
Scrive Sgarbi che negli anni precedenti alla svolta divisionista l’artista sentì forte il richiamo del Romanticismo ottocentesco (Cesare Borgia a Capua, 1880), ma d’altro canto, qualche anno dopo, fu il Verismo a produrre la Fucilazione di Amatore Sciesa (1886). Tra questi due estremi si fece strada la passione di Previati per le tematiche cristiane.
“E precisamente dal 1881, quando presenterà il grande Cristo Crocifisso all’Esposizione di Milano (nella foto). Il Cristo è rappresentato di fronte, con un pathos amplificato nella testa reclinata e nello sguardo rivolto verso l’alto. Il resto del corpo ha la potenza di una scultura romanica. L’atmosfera plumbea ha una efficacia drammatico con un impiego della luce decisamente teatrale”.
Fu, probabilmente – nell’occasione milanese del 1881 – che gli Amministratori castanesi ebbero modo di conoscere l’opera del Previati e fu in tale occasione che sorse l’idea delle 14 stazioni della Via Crucis al Cimitero tant’è che dal 1882 e il 1888 l’artista dipinse “a buon fresco” la pregevole opera oggi conservata nel museo castanese.
Nel 1985, il grande Luciano Prada, pubblicò il carteggio completo (1883-1889) che gli Amministratori castanesi ‘illuminati’ scambiarono con il pittore ferrarese.

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