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Alessandro Ciccioni, da Bareggio alla presidenza della Camera di Commercio di Vercelli

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BAREGGIO- MAGENTA Negli anni Novanta c’era un ragazzo che non chiedeva chi fossero Beatles o Rolling Stones, ma che abitava a Bareggio- mettendo le ‘mani in pasta’ nell’azienda di famiglia- e studiava al Liceo Bramante di Magenta.

Un ragazzo dall’intelligenza vivace, dinamico e curioso, che ascoltava il rap ed Mc Hammer (nessuno è perfetto, specie da ragazzo..), e che comincia proprio in quegli anni a maturare una passione per il vino. Le tendenze modaiole degli anni a venire erano (appunto) ben lungi dal palesarsi, e l’enogastromia- ed ancor di più l’enologia- erano appannaggio di un manipolo di appassionati, piuttosto settari. Ma oggi, come tutti sanno, è molto diverso..

Negli anni quel ragazzo è cresciuto, si è laureato in Enologia, è diventato un brillante imprenditore ed assieme a sua moglie Magda conduce una bellissima azienda vinicola nel Biellese.

Quel ragazzo era in classe con me, lo conobbi da liceale (ripetente, io) nel 1991, sui banchi del Liceo dove ‘regnava’ il nostro compianto ed indimenticabile professor Piercarlo Cattaneo: si chiamava e si chiama Alessandro Ciccioni, e dal 2016 è il presidente della Camera di Commercio di Vercelli.

Alessandro, laureato in agraria con una specializzazione in viticoltura ed enologia- è amministratore e titolare dell’azienda di famiglia, la P.M.I. Stampi e Stampaggio, che si occupa dal 1975 della produzione di articoli tecnici in materiali termoplastici e gomma. È anche amministratore delegato dell’azienda vinicola Centovigne di Castellengo e membro dell’Associazione Vignaioli delle Colline Biellesi, nonché vicepresidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale Biellese e presidente della sezione merceologica Alimentari e bevande nella stessa associazione di categoria. Fa parte del Premio Biella Letteratura e Industria quale componente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’UIB, che è promotore del Premio Speciale Giovani riservato agli studenti.

Il Castello di Castellengo (sopra in foto), situato sulle prealpi biellesi sotto il Monte Rosa, ospita da secoli la produzione di pregiati vini che nascono nelle vigne circostanti su antichi terreni di origine glaciale marina, dove da sempre si coltivano principalmente Nebbiolo ed Erbaluce.

Magda e Alessandro Ciccioni hanno deciso qui di reinterpretare quotidianamente questa tradizione attraverso il recupero, quasi archeologico, delle antiche vigne, ricostituendo la storica proprietà chiamata oggi Centovigne perché composta da piccoli vigneti distribuiti sulle colline tra il Castello di Castellengo e Mottalciata, in Alto Piemonte.

Di che pasta fosse e sia fatto l’ex studente del Liceo Bramante lo si coglie con estrema chiarezza dal passaggio di un’intervista risalente a quattro anni fa, ma ancora perfettamente attuale (forse, oggi ancora di più..): “Non ho alcun timore a parlare di nicchia; la produzione biellese è e rimarrà tale – dice -. Rispetto alle altre province, i nostri sono numeri piccoli, ma vantiamo un primato. Siamo la provincia con il maggior valore per singola bottiglia. Le nostre etichette finiscono su mercati, perlopiù esteri, che apprezzano l’Alto Piemonte e il Biellese in particolare. La nostra competitività si rifà ad altre nicchie. Il Biellese può crederci perché seppur produca in piccole quantità, che non possono sostituirsi ad altre economie, saprà affiancarsi alle altre realtà ed elevare la promozione del territorio. Le etichette biellesi finiscono su tavole, nel mondo, di persone appassionate, attente; sono uno straordinario veicolo di conoscenza del territorio. Siamo stati i primi a trasformare il vino da alimento a prodotto da commercializzare. Ricordo che a fine Settecento le zone dei vini in Europa erano due, la Borgogna e l’Alto Piemonte. L’esperienza passata ci rende attenti, ma è necessario giocare in squadra; non può esistere concorrenza, ma soltanto collaborazione. Il territorio la spunterà se tutti i prodotti saranno vincenti. Se tutti i vini saranno di qualità. E’ un errore pensare che l’assenza di un produttore agevoli la vendita del proprio vino. Fare sempre meglio alzerà la qualità a livello territoriale. Proprio per questo motivo nasce nel 2015 l’Associazione Vignaioli colline biellesi, come tavolo di confronto fra tutti i produttori”.

Se è vero che il talento ricevuto in dono è la conditio sine qua non per spiccare il volo, è altrettanto vero che poi i talenti vanno coltivati perché nessun risultato, nell’imprenditoria come nella vita, arriva senza impiegare il massimo dello sforzo, della dedizione, del sacrificio.. e del coraggio.

E sono queste le doti che, unite ad una classica variante sul tema del ‘nobili genere natus’, hanno consentito ad Alessandro Ciccioni di spiccare il volo verso una carriera che certamente s’arricchirà presto di nuovi capitoli e traguardi. E di tanti calici alzati.

Good job, amico mio. E so long per te, ‘naturaliter’..

Fabrizio Provera

 

 

 

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