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Dall'archivio:

Al Guado è nata la sala ‘Daniele Oppi’. Robecchetto gli dedicherà una via: per una storia che continua

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ROBECCHETTO Un recupero fatto grazie all’impegno costante negli ultimi 20 anni della Direzione e dei volontari Artisti e non del Guado. Finalmente un omaggio visibile e concreto a Daniele Oppi e al valore della sua eredità morale e culturale.
Ci sono molte cose da dire e da fare, ma da dire solamente non ce n’è. MOTTO DEL GUADO DAL 1970.

L’ha ribadito ieri, in una bella e tersa domenica d’inizio febbraio, il sindaco di Inveruno Sara Bettinelli. Ed è proprio il senso, la cultura del FARE che hanno spinto Francesco Oppi ed i suoi amici artisti a ricostruire e recuperare una sala, una bella sala, che affacciata sul Naviglio e sulla natura che si coglie dalle grandi finestre della fu comune artistica e politica insediata nel cuore dell’Est Ticino, oltre mezzo secolo fa, ci parla ancora (e per fortuna) di Daniele Oppi.

L’uomo della geniale pubblicità della Brooklyn (la gomma del ponte), della Lambretta e del Cynar, uomo dei primordi dell’informazione dei Comuni su carta, sempre mezzo secolo fa.

Tutto comincia nel 1969, quando il papà di Francesco, il noto artista e pubblicitario Daniele Oppi, acquistò il Guado in stato di abbandono e vi compì opere di ristrutturazione e migliorie, rispettando la peculiare tipicità e valorizzando le caratteristiche di pregio storiche ed architettoniche dell’Immobile.
Dal 1969 la “ormai celebre Cascina del Guado, è un fervente cenacolo culturale e artistico, volto alla ricerca e all’approfondimento delle nuove forme espressive” (dal testo di motivazione del conferimento da parte del Sindaco di Milano Gabriele Albertini, della Medaglia d’Oro di Benemerenza Civica,“Ambrogino d’Oro” – a Daniele Oppi, del 7 dicembre 2002).

E ieri, a celebrare questo nuovo traguardo, sono arrivati in tanti. Col sentito GRAZIE di Francesco a sindaci, istituzioni e candidati alle imminenti elezioni regionali, venuti a parlare di cultura come MOTORE IMMOBILE, ma essenziale, della vita di ciascuno di noi. Presenza folta e qualificata: Sara Bettinelli, Michela Palestra, Christian Garavaglia, Giuseppe Pignatiello, Gianfranco Accomando, Maurizio Rivolta, Salvatore Forte e Giorgio Braga. Ed è toccato proprio a lui, sindaco di Robecchetto, ricordare gli anni in cui venne la prima volta al Guado (durante i ‘Settanta’), sottolineando la rilevanza che Daniele Oppi ha avuto nel piccolo paese lungo il Naviglio. Che gli intitolerà presto la via che ‘discende’ fino al cancello della cascina e del Guado stesso. Una bella, bellissima idea per suggellare la rilevanza della figura di Oppi, ma soprattutto di una storia che continua.

Perché cultura e arte, come ha detto ieri l’ex sindaco di Turbigo e candidato di FDI alle Regionali, Christian Garavaglia, ‘appartengono, anzi devono appartenere, a tutti. Al di là di sigle, partiti e schieramenti’.

Andate a vederla, la sala Daniele Oppi. Coi testi essenziali della sua parabola culturale, i vecchi titoli di Adelphi elegantemente ‘modulati’ nella libreria, i dipinti, la poltrona, le vedute sulla natura, sull’acqua che presto tornerà a (s)correre, come un motore immobile. O come testimone di una vicenda, umana e culturale, che ci parla ancora della (e tramite) sua vivacità e curiosità intellettuale. 

INTANTO A INVERUNO..

A Inveruno intanto, nell’anno centenario della nascita di Giovanni Marcora, Francesco Oppi ha riaperto una mostra convegno commemorativa. La politica del coraggio è il titolo.
Una mostra voluta dal Comune di Inveruno in collaborazione con il Centro Studi Marcora per il Centenario della nascita di un politico pragmatico e creativo, rispettato in Italia e in Europa.
Inveruno ricorda la figura di Giovanni “Albertino” Marcora attraverso una mostra storico-documentaria. Con immagini spesso inedite e testimonianze di importanti personalità, la mostra ne delinea la figura di partigiano, politico e uomo delle istituzioni.
E anche in quelle immagini, che abbiamo visto sabato al convegno che abbiamo ripreso idealmente, c’è molto della storia del Guado.

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