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Al Cinema Teatro Nuovo la rassegna “Teatri e film del Sacro” 2019. Si parte venerdì 12

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MAGENTA – “Una rassegna – aconfessionale – rivolta a tutti : incentrata su un sentimento che ogni uomo prova, almeno una volta nella sua vita”. In collaborazione con la Comunità Pastorale del Magentino.

Prosegue – ottava edizione – la proposta di CinemateatroNuovo con le rassegne del “sacro”, teatro e film. Quest’anno la figura di Maria Montini e quella di Don Gino Rigoldi.
” Teatri del sacro è una proposta incentrata sul tema del sacro, ma non in maniera confessionale, è importante sottolinearlo. al contrario, si ricerca l’aspetto universale e profondamente umano di un sentimento che può divenire domanda dello spirito sino a sfociare (o meno) in una fede religiosa, in un rapporto con il divino. ma coinvolge tutti – religiosi o meno – ed a tutti la rassegna è rivolta”.
“La proposta dei Teatri del Sacro è una di quelle cui la nostra sala Acec di Magenta tiene particolarmente” – esordisce Alberto Baroni, direttore di CTN MAGENTA; “per il suo carattere popolare, di racconto, di testimonianza di vite che hanno toccato e svelato un senso più grande, pur nella loro ‘normalità’ e soggettività. In pratica, proposte teatrali o filmiche – di alta qualità artistica – che sanno parlano in maniera semplice al cuore delle persone”.
Ed è proprio così. Siamo alla ottava volta di questa proposta, che negli anni è stata imbastita in modi diversi (ricordiamo le prime edizioni, svoltesi nelle chiese cittadine, citiamo anche la collaborazione stretta con il Festival nazionale dei teatri del Sacro), ma sempre ha saputo proporre testi di grande capacità comunicativa, anche quando costruiti da letterature e ricerche sofisticate se non addirittura preziose. Una capacità di arrivare a far “sentire” il senso semplice del sacro che, peraltro, solo i veri artisti, il talento che viene dallo spirito, sanno mettere in scena.

OTTAVA EDIZIONE AL CTN : un percorso di pregio, partito proprio da qui, da Ariel !
Dalle “Parabole di un Clown (e Dio nei cieli ride)”, all’ “Abbandono” tratto dal pensiero mistico di de Caussade), passando per l’Orfea (Vangelo secondo Orfea, moglie di un centurione romano a Gerusalemme) di Margherita Antonelli, per il bellissimo Lourdes di Andrea Cosentino (dal romanzo di Rosa Matteucci del 1998) e lo scorso anno arrivando al gran bel lavoro di Roberto Anglisani ed il suo “Giobbe” (Joseph Roth) fino al particolare “Leila della tempesta”, tratto dal libro del monaco ed islamologo Ignazio De Francesco,… sono stati molti i bellissimi lavori portati in scena al CTN, direttamente dalle selezioni del Festival.
Ma forse non tutti sanno che il ‘là’ alla rassegna magentina CTN fu la messa in scena propria della compagnia Ariel, nel 2012 con “La storia di Ruth” . “Piacque moltissimo al pubblico della sala, fu un vero ed emozionante successo, data anche l’idea, anche un po’ ardita. Tutto nacque Partecipando al concorso per la prima edizione nazionale del Festival I teatri del Sacro nel 2009 con la Storia di Abramo: primo capitolo di un progetto di narrazione teatrale incentrata sulle storie – spesso avvincenti – della Bibbia che chiamammo, appunto, ‘Ti Racconto la Bibbia’. Vincemmo poi la selezione della seconda edizione, 2011, con La Storia di Ruth, che poi era per noi di Ariel il secondo capitolo di ” – racconta Baroni . (per chi fosse curioso, potrà trovare altre informazioni sul progetto navigando il sito www.tiraccontolabibbia.it ).

 

 

 

Ed eccoci alla proposta di questo 2019
VENERDì 12 APRILE ORE 21:15 – Ingresso ad offerta libera
La prima sarà venerdì 12 aprile, con “Uomini… siate uomini”, ovvero: “Paolo Vi, mai arreso cercatore del dialogo”. Si tratta della storia di Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini, ovvero Paolo VI (cui peraltro è dedicato il Centro parrocchiale magentino proprio accanto alla sala del CTN).
“La canonizzazione di Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini è stata l’occasione per rispolverare ricordi. Per riscoprire aneddoti e tracce di un Papa formatosi in un cattolicesimo sociale fatto di fede e carità, di amore per gli altri, di attenzione”, spiega l’autore – ed interprete – del lavoro, Luciano Bertoli. Papa Montini è stato un pontefice passato in sordina nella memoria dei fedeli e del mondo. Ma fu una figura di grande peculiarità nel mondo pontificio e certamente può ritenersi, il suo, il papato sul quale i successori più famosi ed amati (a partire da Giovanni Paolo II) hanno modellato il proprio. Lo sapete, per esempio, che fu Montini il primo Papa a prendere un aereo? “È un Papa che ha rinunciato alla tiara, che ha voluto funerali sobri. Seppure caratterialmente papa Montini non avesse una immediatezza di rapporti, tuttavia l’incontro con lui non lasciava mai indifferenti, perché parlava con i gesti e con i simboli”, spiega ancora Bertoli.
Cercando tra i ricordi dolci e amari legati alla sue amicizie, egli confida aspetti anche personali e duri del suo pontificato. Emergono le prese di posizione di Giovan Battista Montini all’interno della società civile, prima da vescovo e poi da papa.
Lo spettacolo si svolge in forma di “dialogo impossibile” tra un uomo e il suo Papa.
Il racconto è contrappuntato da immagini che ripercorrono alcuni momenti della sua vita e da brani e suggestioni musicali di Eugenia Canale.
9 MAGGIO 2019 ORE 21:15 – L’ESTATE DI GINO – DocuFilm di Fabio Martina sulla vita di Don Gino Rigoldi. Ingresso ad offerta libera. Secondo ed ultimo appuntamento per il 2019, sarà con un film.
Da anni don Gino è uno dei testimoni più autorevoli (e quindi delle voci più ascoltate) sui temi dell’aiuto e del sostegno a giovani disagiati e in difficoltà per problemi di abbandono, tossicodipendenza, povertà. Il film di Martina documenta un’estate di don Gino e i suoi ragazzi in vacanza, in Sardegna, ospiti nella casa di un amico. Vivono giornate spensierate, al mare e in montagna, a giocare a pallone, a nuotare, a camminare, a chiacchierare; tra uno scherzo, una risata, una discussione animata, si conoscono i ragazzi – provenienti da tutte le parti del mondo, rappresentanti di una società italiana multietnica profondamente mutata – che raccontano ciò che è stato e quello che sarà della loro vita, facendo emergere il rimorso per gli errori commessi e il desiderio di ricominciare, di riscattarsi, di espiare per poter essere finalmente liberi. Un alternarsi di scene commoventi, profonde e silenziose, e scene buffe, nella quotidianità che la macchina da presa insegue.
Un film che non è solo il racconto di don Gino, uomo e prete che ha dedicato la sua vita agli altri, ma che si pone come una profonda e poetica riflessione sul vero senso di paternità in un’epoca priva di sostanziali punti di riferimento.

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