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Afghanistan/2, il generale Petraeus: per gli Usa, è come Dunkerque

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“Per l’America questo è un momento come Dunkerque. Dobbiamo riconoscerlo e rispondere in modo aggressivo e appropriato. Abbiamo un obbligo morale nei confronti di coloro che hanno condiviso i rischi e le difficoltà con noi”.
Il generale David H. Petraeus che ha comandato le forze americane in Afghanistan e diretto la Cia, parla in una intervista al Corriere della Sera della situazione afgana. “Questo è un momento urgente – ha detto parlando di Biden – e dovrebbe fare tutto ciò che è umanamente possibile, impiegando le nostre forze speciali e i nostri leader più capaci per assistere coloro che ci hanno appoggiato, che hanno servito in guerra con noi e che adesso si trovano sulla lista degli obiettivi talebani da assassinare”.
Nella conta delle responsabilità di questa drammatica situazione, Petraeus è chiaro: “C’è abbastanza colpa per tutti – afferma – Ma questo dibattito potrà essere affrontato in seguito. Al momento dovremmo concentrarci sull’aiutare gli afgani che, finora, abbiamo vergognosamente abbandonato”. E di fronte all’ipotesi di un ritorno delle truppe delle potenze occidentali sul posto dice:
“Come minimo, e come l’amministrazione Biden ha esplicitamente riconosciuto, dovremo assicurare che Al Qaeda e lo Stato Islamico (che ha un gruppo affiliato nella regione Af-Pak) non siano in grado di stabilire rifugi sicuri in Afghanistan come Al Qaeda quando gli attacchi dell’11 settembre furono pianificati da lì. E
questo sarà assai più complicato e costoso senza basi in Afghanistan o nella regione e dovendo operare da basi negli Stati del Golfo a una considerevole distanza dall’Afghanistan”.

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