― pubblicità ―

Dall'archivio:

Addio all’ironia di Roberto Gervaso

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

La domanda che poneva piu’ spesso agli interlocutori nelle sue fulminanti interviste era “Cos’e’ per lei la morte?”. E chi seguiva la rubrica tenuta sul Messaggero fino a pochi mesi fa non poteva non notare come Roberto Gervaso, giunto all’ultimo capitolo di una vita intensissima, insistesse sempre piu’ sul tema della fine, con la stessa malinconica leggerezza con la quale ironizzava sulla rinuncia ai piaceri al quale lo avevano costretto la salute e l’eta. Il desiderio e la morte, eros e thanatos, sembravano le due principali ossessioni del giornalista e scrittore, nato a Roma ma adottato da Torino, spentosi oggi a Milano a 82 anni. Il suo grande amore era invece la storia, passione che riverso’ in una produzione libraria sterminata e di grande successo popolare.
Collaboro’ anche alla monumentale, e vendutissima, “Storia d’Italia” di Indro Montanelli, sotto la cui ala inizio’ la sua carriera di cronista. Da ragazzo Gervaso ritagliava e conservava religiosamente ogni articolo del suo futuro maestro e nel 1956, come regalo della maturita’, si risolse a recarsi a Roma per conoscerlo. A Montanelli quel giovane piacque subito, tanto che lo fece entrare prima al Corriere dell’Informazione e poi se lo porto’ al Corriere della Sera, dove ne fece un inviato

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi