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Dall'archivio:

Addio ad Alberto Alesina, da Broni ad Harvard

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MILANO  E’ morto a 63 anni Alberto Alesina, uno degli economisti italiani piu’ prestigiosi, volto noto anche al grande pubblico televisivo ed editorialista autorevole sulla stampa, in particolare sul Sole 24 ore ed il Corriere della Sera. E’ stato uno dei massimi esperti di politica economica e tra i pochi italiani ad essere indicato negli ultimi anni come possibile vincitore del premio Nobel per l’economia.

   Alesina, nato a Broni, in provincia di Pavia, il 29 aprile 1957, e’ stato professore di economia all’universita’ di Harvard, dove ha anche diretto il dipartimento economico dal 2003 al 2006, visiting professor all’universita’ Bocconi di Milano, dove si era laureato nel 1981, ha anche collaborato con lavoce.info, la testata online guidata da Tito Boeri.
   Sostenitore di una austerita’ cosiddetta espansiva per affrontare i periodi di emergenza e a sostegno della crescita che punti cioe’ piu’ sui tagli selettivi della spesa che sull’aumento delle tasse, ha indicato la via da seguire piu’ nelle grandi riforme e liberalizzazioni piuttosto che col ricorso prioritario all’investimento per le grandi opere.
Durante la crisi del debito sovrano aveva criticato prima la gestione europea della Grecia, spiegando come l’austerity con tagli alle spese sia meglio di quella realizzata con un aumento delle tasse perche’ costa meno in termini di recessione. Ed aveva successivamente espresso dubbi sulla “infatuazione” che c’e’ in Italia per le grandi opere, a suo dire “spropositata” considerando il rapporto costi-benefici.
   Insieme all’economista e amico Francesco Giavazzi aveva espresso durante la crisi dello spread in Italia un decalogo per sostenere l’economia, attraverso lo sblocco del mercato del lavoro con l’introduzione di contratti unici, la sostituzione della cassa integrazione con sussidi di disoccupazione temporanei. Maggiore liberta’ per imprenditori e lavoratori di fare, se d’accordo, scelte a livello aziendale. Gli economisti suggerivano, come ricetta per quella particolare situazione di crisi, salari del settore pubblico diversi da regione a regione a seconda del costo della vita, agevolare l’occupazione femminile, una riforma equa delle pensioni di anzianita’ e della giustizia civile. L’eliminazione di alcuni privilegi garantiti agli ordini professionali, allargare la base imponibile riducendo l’evasione per poter abbassare le aliquote.

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