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Dall'archivio:

Addio a Jimmy il Fenomeno, caratterista ‘principe’ del cinema italiano

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

MILANO – Jimmy il fenomeno  si è spento a 86 anni nella residenza per anziani di Milano dove viveva dal 2003. Luigi Origene Soffrano, questo il suo vero nome, ha prestato il suo volto e la sua fisicità a decine e decine di commedie. Negli anni 80 si è dato anche alla televisione, partecipando come spalla di Ezio Greggio a “Drive In”. Nel 2010 aveva lanciato un appello per avere il sussidio della Legge Bacchelli.

Le smorfie, la parlata in dialetto, il tono di voce sempre sopra la righe. Dal 1961, anno di “Ercole alla conquista di Atlantide” e “Il federale”, i primi ruoli, fino al 1998, anno di “Jolly Blu”, la sua ultima interpretazione, Jimmy il fenomeno è stata una presenza caratterizzante in decine e decine di pellicole. In particolare nell’epoca d’oro della commedia sexy all’italiana, la sua era una presenza praticamente fissa tanto che riportare una filmografia completa sarebbe impossibile. Basti ricordare, tra gli altri titoli, “Il monaco di Monza”, “Fantozzi”, “La liceale nella classe dei ripetenti”, “Fico d’India”, “Il bisbetico domato”, “I fichissimi”, “Innamorato pazzo”, “Acqua e sapone”, “Il ragazzo di campagna”.

A “Drive In”, tra le altre cose, interpretava, in uno sketch surreale, “il portachiavi del Milan”, vinto dai concorrenti di “Testa di quiz”, di cui Ezio Greggio era il conduttore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma Jimmy il fenomeno era diventato un personaggio amato anche al di fuori dei confini cinematografici, tanto che per anni era un ospite fisso del calciomercato, dove lo società lo invitavano considerandolo un portafortuna. Con gli anni e gli acciacchi e la fine di un certo genere cinematografico, la sua parabola è finita malamente. Negli anni 90 si trasferì da Roma a Milano, e nel 2003, con gravi problemi fisici che gli rendevano faticoso camminare, andò a vivere in una residenza per anziani, “La casa per coniugi”.

Con lui muore un altro dei grandi ‘caratteristi’ che fecero la fortuna del cinema italiano negli anni Settanta.

 

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