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Addio a Gian Luigi Oruboni: Ferrari, Paul & Shark, Harmont & Blaine e la passione per le cose belle….

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

MAGENTA –  Per ricordare Gian Luigi Oruboni ci vengono in mente cinque parole: Ferrari, gioielli, Paul & Shark, Harmont & Blaine, tiro a volo. Questa mattina, quando abbiamo notato il necrologio affisso all’incrocio tra le vie Santa Caterina e Santa Crescenzia, abbiamo riavvolto per un attimo la pellicola della vita e siamo tornati agli anni Ottanta, Novanta fino ai primi anni Duemila. Ad una Magenta che non c’è più. Ad una Magenta che in linea con la crescita del Bel Paese – con buona pace dei detrattori della Prima Repubblica – cresceva, cresceva e Gian Luigi Oruboni era senz’altro un simbolo di questo boom.

Di professione orefice gioielliere, e sarà proprio il gusto per il bello e per le cose belle a farlo innamorare delle auto di grossa cilindrata. I principali marchi italiani e non solo: Maserati, Bentley, ma soprattutto rosso Ferrari.

Sì, il signor Gian Luigi era una ferrrarista doc. Storici i raduni che organizzava annualmente con sfilate dei bolidi del cavallino rampante in piazza Liberazione e successivo pranzo al Garden di Boffalora sopra Ticino. Quindi, la passione per le armi ed in particolar il tiro al volo.

Era tra i principali frequentatori (e finanziatori) della Fossa Olimpica di Mesero e fu lui tra i più convinti sostenitori che la Fossa dovesse essere dedicata a Luigi Garavaglia, storico presidente della Confcommercio Magenta Castano Primo, un altro gran signore e altra icona del tempo che fu.

Quindi, dato che la classe non è acqua, il signor Gian Luigi, decise  nella sua seconda vita professionale di aprire un negozio d’abbigliamento in via Roma.  Era una boutique di livello e dava il suo valido contributo nel far splendere quella che era la via dello shopping a Magenta e che oggi, per gran parte, appare come un ammasso di saracinesche malinconicamente abbassate.

Da ragazzino e anche dopo, ebbi la fortuna di frequentarlo spesso quel negozio. Una volta gli chiesi: “Ma perché lo fa?” “Perché mi diverto, è un bel passa tempo”  mi rispose.  Aveva deciso di vendere solo roba di classe ma senza andar dietro alle mode del momento.

Due marche in particolar modo: Paul & Shark la marca con lo Squalo (ho ancora qualche adesivo in giro che di norma appiccicavo sul retro dell’auto) ed Harmont & Blaine la marca del Bassotto.  

 

 

 

 

 

 

 

 

Le aveva notate in uno dei suoi immancabili soggiorni a Sanremo, in riviera.  Gli erano subito piaciute e aveva deciso che le avrebbe portate anche nella sua Magenta.  Fu così per un bel po’. Era un hobby il suo, non lo faceva certo per i soldi. Anzi, il prezzo e lo sconto variavano di norma in base alla simpatia del cliente, esulando da ogni regola di marketing e di semplice logica.

Amava vedere la bottega piena e visto che amava il bello, in quel negozio non mancava mai qualche bella figliola, diverse delle quali arrivate dall’est Europa in cerca di fortuna.  Ma questa è un’altra storia che qui preferiamo non raccontare.

Poi, il tentativo di spostare il negozio all’interno del centro commerciale de ‘Il Destriero’ di Vittuone appena aperto.  Quindi,  il lento declivio, gli anni della solitudine e infine il ricovero alla Casa di riposo Don Cuni sempre a Magenta.  E’ mancato in questo inizio di luglio, classe 1930, domani alle 10, nella Chiesa della Sacra Famiglia, l’ultimo saluto. Poi, la sepoltura nel Campo Santo di Abbiategrasso altra città a cui ha legato la sua storia.  Un altro pezzo della città che fu che se ne va. Che la terra gli sia lieve.

 

Fabrizio Valenti

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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