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Dall'archivio:

Abbiategrasso, un anno fa ci lasciava la Patty. L’uomo vede ma non comprende. Ogni volta..

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ABBIATEGRASSO – La Patty, ossia Patrizia Lattuada, ci ha lasciato esattamente dodici mesi fa: era il 26 ottobre, e lei aveva solo 38 anni.

E’ già passato un anno, durante il quale spesso, assai spesso, entrando nel libero principato biegrassino abbiamo volto lo sguardo là, dov’ era cresciuta, e dove un dolore mai riacutizzato si palesava ogni volta, da qualche parte, ogni volta diversa.

Un anno durante il quale ci siamo detti come mai ‘l’uomo vede ma non comprende’, come mai rimpiangiamo le persone che non ci sono più ma sempre, o quasi, ci curiamo poco di rivederle, se non le abbiamo viste da lunga pezza. Perché? Forse perché siamo sempre troppo poco ‘dentro’ le nostre miserie.

Il sorriso della Patty aveva la forza magica, financo magnetica, di catapultarti in un bellissimo altrove. La precedeva, o forse la spiegava, non lo so. Era forse parte dell’innata curiosità di chi si era nutrita- sin dai tempi del Liceo magentino Quasimodo, che è la scuola delle ragazze ‘deraciné’, inquiete, vivaci e particolarmente intelligenti, e quasi sempre belle o molto belle- soprattutto delle lettere. In tutte le sue multiformi espressioni.

L’abbiamo scritto un anno fa, per omaggiarla, ricordarla, per congedarla senza dimenticarla. E ci sembra tutto ancora vero, drammaticamente eppure dolcemente vero.

Perché ci facciamo prendere da questa dannata fretta? Perché scappiamo, perché fuggiamo, perché dimentichiamo il valore immenso delle relazioni umane, lasciandoci sempre fregare da quello molto più caduco del produrre, del correre, dell’andare sempre oltre? E invece come vorrei riviverlo, il magnifico altrove della Patty. Ma non posso più, come non può farlo chi le ha voluto sempre bene, chi ci ha vissuto a fianco. Chi ha ricevuto in dono da lei la Vita. Chi le ha dato, la Vita.

L’uomo vede ma non vuole, né riesce a  comprendere: ma perché? Ciao Patty, non sai quante volte mi sono risuonate nella testa, le parole di Fabrizio De Andrè. Sono certo che, nella contemplazione del volto di Dio, t’aiuteranno a sentire la dolce brezza della pace, della serenità.

A buon rivederci.

Fab. Pro.

Lascia che sia fiorito
Signore, il suo sentiero
Quando a te la sua anima
E al mondo la sua pelle
Dovrà riconsegnare
Quando verrà al tuo cielo
Là dove in pieno giorno
Risplendono le stelle

Dio di misericordia
Il tuo bel Paradiso
L’hai fatto soprattutto
Per chi non ha sorriso
Per quelli che han vissuto
Con la coscienza pura
L’inferno esiste solo
Per chi ne ha paura
Meglio di lui nessuno
Mai ti potrà indicare
Gli errori di noi tutti
Che puoi e vuoi salvare
Ascolta la sua voce
Che ormai canta nel vento
Dio di misericordia
Vedrai, sarai contento
Dio di misericordia
Vedrai, sarai contento

 

 

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