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Abbiategrasso, Tarantola novello Torquemada. Ecco perché sulla mozione degli spazi si sbaglia, e di grosso

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ABBIATEGRASSO – «Il sindaco di Abbiategrasso, Cesare Nai, sta trasformando il palazzo comunale nel suo speciale fortino blindato, chiudendosi dentro e rifiutando ogni forma di dialogo e condivisione vera e costruttiva con il resto della città, a partire dai cittadini fino alle forze politiche rappresentate in consiglio comunale, comprese quelle di cui è naturale espressione».

È quanto afferma il capogruppo della lista civica Ricominciamo Insieme, Luigi A. Tarantola, il quale aggiunge: «Per esempio, in occasione del consiglio comunale dello scorso 24 ottobre, il sindaco ha perso di nuova una grande occasione di condivisione e apertura, non accettando di approvare una mozione proposta dalla minoranza riguardante la disciplina per l’assegnazione degli spazi pubblici. Lo scopo originario era di introdurre delle modifiche per evitare che gli spazi fossero in futuro concessi a realtà di estrema destra. Ho proposto, per rendere la mozione più completa e condivisibile da parte di tutti i membri del consiglio, di modificarla e di includere ogni forma di estremismo politico di destra e di sinistra ma anche ogni forma di integralismo religioso. Proposta questa che, pur essendo stata accolta positivamente da diversi esponenti della maggioranza di centrodestra nel corso della discussione, non ha impedito al sindaco di rifiutarla a prescindere e di fare votare i suoi consiglieri contro la mozione. Ancora una volta a Nai sono mancati un pizzico di elasticità e di buonsenso».

RICOMINCIAMO INSIEME

Dopo aver pubblicato integralmente il comunicato del fu sindaco di Albairate e attuale consigliere di minoranza di Abbiategrasso, non possiamo che rinnovare quanto già dicemmo tempo fa: le argomentazioni che Tarantola usa sono per noi risibili. A parte che Tarantola ci mette del suo, arrivando in pratica a ipotizzare che in futuro gli spazi abbiatensi possano essere concessi solo a scout, focolarini, congreghe monastiche o adepti di Gesù Buon Pastore, speriamo che leggendo ancora una volta le illuminanti parole di un saggista da cui può solo imparare (Massimo Fini), Tarantola possa rinsavire. Peraltro, ci vien da dirgli che anche il nome della sua lista (Ricominciamo Insieme) sembra uscito da iscritti di lungo corso al club Gesù Buon Pastore. Buona lettura.

Fab. Pro.

 

“Ma il discorso è molto più ampio e non riguarda solo i parlamentari, e le particolari guarentigie di cui la Costituzione li munisce, ma tutti i cittadini. In un’autentica democrazia non possono e non devono esistere reati di opinione, per nessuno. Se il nostro Codice penale ne contempla alcuni è perché il suo impianto rimane ancora quello di Alfredo Rocco, grande giurista che però lo elaborò al servizio del regime Fascista. Queste fattispecie penali avrebbero quindi dovuto essere abrogate da tempo, da una cinquantina d’anni almeno, da quando fu promulgata la Costituzione e l’Italia, dopo il ventennio totalitario e liberticida, divenne democrazia.

In democrazia infatti tutte le opinioni e tutte le opzioni sono lecite purché, per affermarsi, rispettino il metodo democratico, rinuncino cioè al ricorso alla violenza. Io rivendico perciò qui il diritto di dirmi, se mi garba, indipendentista, fascista, comunista, stalinista, khomeinista, naziskin.

Svegliandosi da un lungo letargo in materia anche Pierluigi Battista si è accorto che i reati di opinione sono una aberrazione in una democrazia degna di definirsi tale e sul Corriere scrisse: «I reati di opinione sono una triste eredità del fascismo che la democrazia repubblicana e antifascista non ha mai voluto mettere in soffitta». Peccato che Battista, e tutti i Battista, non abbia emesso un guaito di disapprovazione per una norma liberticida varata in piena ‘democrazia repubblicana’. Mi riferisco alla cosiddetta ‘legge Mancino‘ che punisce con la reclusione fino a tre anni «chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico…alla stessa pena soggiace chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche». E’ una legge chiaramente liberticida che supera quelle dei peggiori totalitarismi perché arriva a punire anche l’odio, che è un sentimento e, come tale, incomprimibile. Ed invece è stata salutata, da Battista e da tutti i Battista, come un insigne esempio del ‘democratilly correct’.

Massimo Fini

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