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Dall'archivio:

Abbiategrasso: Sognatori contro statalisti, la vera battaglia che si gioca dietro il parco inclusivo. E lo statalismo è un cancro da estirpare

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

Statalismo – Concezione o prassi politica secondo la quale lo Stato e le sue articolazioni territoriali e periferiche devono esercitare il suo controllo su tutte le attività, spec. economiche, del paese.

Sussidiarietà- Nei settori che non sono di sua esclusiva competenza la Comunità interviene, secondo il principio della sussidiarietà, soltanto se e nella misura in cui gli obiettivi dell’azione prevista non possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri o dalle sue articolazioni territoriali.

ABBIATEGRASSO – Cosa si cela dietro quella che, dapprima sottotraccia poi in modo sempre più evidente, appare come l’ennesima guerra interna all’Amministrazione di Cesare Nai?

Semplice: il nodo gordiano, il tema irrisolto di questi ormai quasi due anni di Amministrazione Nai. Ossia un grumo di ceto politico scadente ai limiti del ridicolo, le ambizioni frustrate dei cacicchi rancorosi, la totale confusione sull’ubi consistam e i principi politici e culturali sottesi all’azione di governo. E qua potremmo anche fermarci, perché una buona parte della maggioranza non ha capito un cazzo delle tre precedenti righe.

Ma noi proseguiamo. Se un marziano piombasse in piazza Marconi, domani sera prima del Consiglio comunale dei ragazzi (dove si parlerà anche del progetto di parco inclusivo), e chiedesse la genesi di tutto, la sintesi sarebbe oltremodo facile: un gruppo di ragazzi dell’omonimo Consiglio comunale propone un progetto di parco inclusivo per disabili e ragazzi normodotati; un gruppo di persone della società civile abbiatense, dai cognomi e dalla radicata presenza sociale in città (un’altra cosa che detestiamo, oltre allo statalismo, è la retorica dell’ugualianza; noi NON siamo tutti uguali), si organizza in modo SUSSIDIARIO, raccoglie fondi e punta, mediante la creazione di un’assocazione ad hoc, a sostenere il Comune, l’ente pubblico, nella realizzazione del progetto.

Si chiama SUSSIDIARIETA’, il contrario dello STATALISMO. In un’Amministrazione comunale il cui sindaco è un liberale conservatore di letture solide, e il vicesindaco un esponente di Comunione e Liberazione, la prima dovrebbe schiacciare le tentazioni venefiche del secondo. E invece  no. Venerdì Ordine e Libertà, che non scrive MAI nulla a caso, se ne esce con un catenaccio eloquente: ‘Gli alunni (veri ideatori) attendono risposte’.

 

Sei parole che pesano come un macigno, e che manifestano l’ennesimo scontro intestino alla maggioranza. Perché chi sono gli statalisti? Noi abbiamo due sospetti: chi in Consiglio comunale ha fatto già cenno al tema, ossia l’eterno Flavio Lovati, e l’assessore a lui più vicino, Eleonora Comelli. Su Lovati resta poco da dire: chi ha governato in un’Amministrazione (quella di Roberto Albetti, 2007) sostenuta da Alleanza Nazionale e poi nel 2012 (con Gigi Arrara) in un’altra sostenuta da Rifondazione Comunista, temiamo possa essere confuso, su temi quali la sussidiarietà  e lo statalismo.

Perché a questo punto siamo arrivati: a un priapismo per cui NON conta il progetto del parco inclusivo, conta chi se ne intesta la paternità. Il merito. Il marziano, a questo punto della storia, si porrebbe di certo dei dubbi.

 

 

 

Ci spiace che, speriamo di essere smentiti domani, Eleonora Comelli ci paia schierata col suo ‘mentore’, anche in termini di deferenza anagrafica.

E’ una bella ragazza, Eleonora Comelli, intelligente, attiva, dinamica, laureata in una materia che ultimamente e personalmente mi avvince, la Psicologia (chi scrive è in analisi da 2 anni con una psicologa di età analoga a quella dell’assessore, anzi a dire il vero ancor più giovane..). Una ragazza dallo sguardo vivace, dai bei capelli, con un modo elegante di camminare e incedere, che sarebbe certamente bello portare a cena (l’avrei fatto, o meglio l’avrei invitata, se solo fossi stato un po’ più giovane, per dirla alla De Gregori). E quindi non capiamo affatto perché una giovane politica con la piena facoltà di cogliere lo iato stridente tra la triste difesa di uno statalismo fuori dal tempo, dalla storia e dal presente e il coraggio di dar manforte a un gruppo spontaneo della città scelga il primo.

“I guerrieri vittoriosi prima vincono e poi vanno in guerra, mentre i guerrieri sconfitti prima vanno in guerra e poi cercano di vincere” (Generale Sun Tzu)

 

Proprio non lo capiamo. Però capiamo che la giunta Nai Albetti farebbe un errore clamoroso ad assecondare Eleonora Comelli e Flavio Lovati su questo terreno scivoloso.

Perché sottostimare il peso, la forza, il ruolo di un gruppo composto da persone che rispondono al nome di Tiziana Losa, Stefano Speroni (potenziale, preziosa risorsa per un centrodestra 3.0, riserva ad oggi inutilizzata, ma che farebbe molto comodo all’Amministrazione in virtù della sua esperienza, professionale ed associativa), Marta Gentili e Sara Valandro, sarebbe un errore del terzo tipo, secondo la celebre dottrina del generale Sun Tzu distillata nell’Arte della Guerra (‘Quando il nemico cerca il vantaggio, getta l’esca per ingannarlo. Quando è in confusione, attaccalo. Quando il nemico è potente, stai in guardia. Quando è forte, evitalo. Quando è infuriato, provocalo. Attaccalo quando è impreparato. Fai la tua mossa quando meno se lo aspetta’).

E quindi cosa succederà, domani sera? Chissà. Nessuno se n’è accorto, ma dalla risultante di un apparentemente inoffensivo Consiglio dei ragazzi passa una parte importante dei destini di questa Amministrazione.

Tertium non datur. Anche in presenza di eventuali marziani seduti tra il pubblico.

Fab. Pro.

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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