ABBIATEGRASSO – In Italia, più di un milione di persone soffre di demenza, un termine generale per le condizioni che si verificano quando il cervello non funziona più correttamente. il morbo di Alzheimer è il tipo più comune di demenza, cosa che ha spinto ormai da tempo la Fondazione Golgi Cenci a monitorare costantemente gli anziani abbiatensi con più di 75 anni di età al fine di valutarne lo stato di salute.
Nella fase iniziale, i sintomi di demenza possono essere minimi, tuttavia, quando
la malattia provoca maggiori danni al cervello, i sintomi peggiorano. La velocità con cui la malattia progredisce è diversa per ciascuno. Oltre alla perdita di memoria, i sintomi del morbo di Alzheimer includono i cambiamenti visivi, quali, ad esempio, la difficoltà a comprendere immagini.
Per tutte queste ragioni, nell’ambito del progetto Abbiategrasso Città Amica delle Persone con Demenza, gli studenti dell’istituto Bachelet di Abbiategrasso, durante due giorni di mercato, hanno somministrato un questionario ad un campione della popolazione che ha dichiarato:
1. di recarsi in Centro Città per il 55,18% a piedi, per il 20,07% in bicicletta, per il 20,74% in auto;
2. per il 4,52% rileva la carenza di panchine per la sosta, per il 7,96% rileva attraversamenti pedonali poco agevoli, per il 17,90% evidenzia marciapiedi non curati o troppo stretti, per l’8,86% dichiara di aver difficoltà a parcheggiare l’auto.
Sulla base di questa ricerca, il Comune di Abbiategrasso ha ritenuto necessario progettare iniziative affinché il malato e la sua famiglia possano continuare a vivere la Città e mantenere una buona qualità di vita, dedicendo di attivare una
specifica progettualità tra Comune di Abbiategrasso, Fondazione Golgi Cenci e l’Istituto secondario di secondo grado Bachelet di Abbiategrasso per individuare:
1. percorsi cittadini idonei ad assicurare l’accesso e la fruizione del centro storico, nonché la necessaria dotazione di arredo urbano;
2. pubblici esercizi (bar) del Centro cittadino disponibili a partecipare ad un progetto pilota che preveda la possibilità di incontri tra malati, familiari, medici e studenti per parlare di temi particolari es. alimentazione, movimento ecc. in un luogo accogliente ed informale;
3. luoghi di socializzazione, in collaborazione con le associazioni locali, ove il malato e la famiglia possano trascorrere il tempo libero e partecipare ad attività ricreative.
