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Abbiategrasso, politica e dintorni: Finiguerra si rimette ‘en marche’, il caso Tagliabue evidenza le divisioni della maggioranza

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ABBIATEGRASSO – Questo primo anno e mezzo di amministrazione Nai, sotto il piano squisitamente politico, ha messo in evidenza due fattori.

Una malcelata, comprensibile stanchezza di Domenico Finiguerra dopo il clamoroso boom delle elezioni 2017 e il 49.44% del ballottaggio da un lato; dall’altro, un evidente stato di disagio nella maggioranza di centrodestra dovuto a due fattori, ossia un diffuso dilettantismo politico (molti gli esordienti, ci sta) e gli sbalzi tellurici palesati troppe volte sin dalla complessa elezione di Marco Tagliabue alla presidenza del Consiglio.

Disagi & dissidi emersi ancora una volta, e inaspettatamente, in occasione del voto di ieri sera sulla mozione di censura allo stesso Tagliabue: quel 9 a 9, condito di 5 schede bianche, tradisce un evidente malessere, cui andrebbe anche aggiunto il caos creativo del consigliere Giuseppe Serra, vero e proprio elemento pirotecnico della maggioranza Nai.

L’alfiere del malessere è il consigliere di maggioranza dalla maggiore esperienza e peso politico: Flavio Lovati, che detiene il record dell’essere stato vicesindaco col centrodestra e col centrosinistra, passato nella Lega e presente nel classico civismo, refugium peccatorum degli ex iper politici.

A parere di chi scrive il malessere di Lovati è dovuto (anche) ad aspirazioni disattese. A quel nodo gordiano che di fatto non si scioglie tanto facilmente, quello di chi da quasi un ventennio fa politica unicamente ad Abbiategrasso, senza aver trovato sbocchi fuori dai confini della città. E Lovati, che dimostra spesso e volentieri di essere uno dei pochi pensanti del suo gruppo, non è esente da questa spada che giace sulla testa di tutti quelli come lui. Ne riparleremo.

Quanto a Finiguerra, appare evidente che persino prima di domenica 16 e della manifestazione pro ospedale, il dividendo politico più alto lo abbia (già) staccato lui, il leader di Cambiamo Abbiategrasso chiamato ogni volta a rinnovare profilo, contenuti, e ovviamente protagonisti.

Smaltita la comprensibile delusione, l’ex sindaco di Cassinetta si è rimesso ‘en marche’, lavorando su idee, seduzioni, modalità di rilanciare la sua proposta politica.

Che potrebbe farsi forte di nuove, inattese, sorprendenti alleanze.. Nel frattempo, Finiguerra tesse la tela, ricuce i rapporti, esplora, si guarda intorno (anche fuori Abbiategrasso: ed è l’unico, oltre a Cesare Nai, a vantare rapporti solidi col potere sovralocale).

E lo fa memore di un monito, quello del grande Giuliano Ferrara:   “Devi stare dentro un sistema che ti accetta perché sei disponibile a fare fronte, a essere compartecipe di un meccanismo comunitario e associativo attraverso cui si selezionano le classi dirigenti”.

Fab. Pro.

 

 

 

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