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Abbiategrasso, Piva Auto nel solco di Adriano Olivetti: impresa, comunità, territorio

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

ABBIATEGRASSO – «Abbiamo portato in tutti i villaggi le nostre armi segrete: i libri, i corsi, le opere dell’ingegno e dell’arte. Noi crediamo nella virtù rivoluzionaria della cultura che dona all’uomo il suo vero potere». Così Adriano Olivetti riassumeva il senso della Fabbrica-Comunità e l’utopia (possibile) di un’economia che si muovesse verso un fine ben più alto dello sterile e crudo indice del profitto e aprisse invece la strada a un cammino di civiltà e di elevazione per tutti. Nello spirito dell’«umanesimo integrale » professato da Jacques Maritain che per l’imprenditore di Ivrea fu un fondamentale punto di riferimento ideologico. «La sfida di mio padre si è giocata su questo campo: su un radicale cambiamento di mentalità rispetto al mito del progresso e del profitto a tutti i costi sulla pelle dei lavoratori. Al contrario, la fabbrica era considerata uno strumento di crescita del territorio, per migliorare le condizioni di vita di tutti, con un welfare su misura, servizi, educazione e appunto, cultura», rilancia Laura Olivetti, figlia di Adriano, oggi alla guida della Fondazione che porta il suo nome, fondata nel 1962, due anni dopo la prematura scomparsa dell’imprenditore. «La fabbrica- comunità era il tentativo di una grande innovazione culturale, per le imprese, i lavoratori e tutti i soggetti attivi del territorio. E su questo terreno sento il dovere di continuare a testimoniare l’esperienza di mio padre».

 

Si parva licet componere magnis, il premio attribuito alla concessionaria auto Piva di Abbiategrasso come Bottega Storica di Regione Lombardia è l’omaggio ideale ai 60 anni dalla scomparsa di Adriano Olivetti.

Se infatti esiste una realtà ecomomica locale che incorpora ogni giorno i principi e il pensiero di uno dei più grandi industriali italiani dell’epoca moderna, ebbene quella è l’azienda creata da Giancarlo Piva nel 1964, oggi brillantemente condotta da Nostra Signora del Fuoristrada- Orietta Piva- come anche dal fratello Umberto.

La nostra Orietta Piva ritratta con Oscar Farinetti, il geniale inventore di Eataly, durante la tre giorni di Identità Golose. La foto è di Alessandro Castiglioni, fotografo di successo e magentino doc, sul quale ritorneremo presto.

Piva Auto si avvale della professionalità di 20 dipendenti con oltre 3000 metri quadrati di struttura. La concessionaria Piva è stata fondata nel 1964 da Giancarlo Piva, imprenditore di origine veneta, che entra nel settore automobilistico, aprendo un’officina meccanica ad Abbiategrasso. La passione per il lavoro lo porta ben presto ad avere ambizioni più grandi. Nel 1972 firma l’accordo con Austin Rover e più tardi con Land Rover. Nel 1979 presenta ai propri clienti la carrozzeria interna e nel 1983 acquisisce una nuova sede in Via Dante 71, sempre ad Abbiategrasso, per il marchio Suzuki. Prima fase della successione generazionale verso il figlio Umberto a cui fa gestire i Marchi Suzuki. All’inizio del 2006, passa la conduzione dell’attività Land Rover alla figlia Orietta.

In tutti questi anni, non c’è stata iniziativa territoriale di lustro, di prestigio, anche di beneficenza, ‘dentro la quale’ non ci fossero Orietta e la sua azienda.

Un segno di attenzione, compresenza, partecipazione, condivisione delle sorti di una città e una comunità.

Perché un’azienda, ci ha insegnato Adriano Olivetti, è un corpo vivo. Non una fredda e sterile risultante di entrate ed uscite, o di partite di giro.

In alto i calici (lo apprezzerà..) per Orietta e tutti i suoi collaboratori.

F.P.

 

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